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Rotondi| L’iniziativa di “Terra mia” con l’Alto calore servizi

Rotondi| L’iniziativa di “Terra mia” con l’Alto calore servizi

8 Novembre 2016 | by redazione Labtv
Rotondi| L’iniziativa di “Terra mia” con l’Alto calore servizi
Attualità
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ROTONDI – Sul depuratore comprensoriale caudino il gruppo di opposizione “Terra mia” ha invitato i tecnici dell’Alto calore servizi per un sopralluogo. Detta fatto. Di seguito una nota ufficiale.

«Abbiamo ottenuto un primo risultato: per tutti, non per solo noi. La visita del sito è avvenuta (dalle 13.30 alle 16.15) con la cortese collaborazione di tre esponenti dell’Alto Calore Servizi che in buona trasparenza hanno risposto alle nostre domande e hanno raccontato processi funzionali e caratteristiche del “depuratore comprensoriale di cinque comuni” (tra cui Rotondi e Montesarchio).

Tante le cose emerse, ma esigenze di sintesi ci impongono di elencare solo alcuni punti, rinviando ad un più corposo Rapporto che stileremo con calma per usi futuri.
Il ghiaccio è rotto: continueremo il dialogo con l’ACS e con il Comune (era presente l’ass. Ciro Mainolfi) e vi terremo informati.

Ma su alcuni elementi emersi dovremo pure fare una valutazione: l’impianto è stato realizzato su un progetto nato venti anni fa su dati presi a catalogo e non sulla realtà degli effluenti da trattare.
Ciò dovuto alla incompetenza e faciloneria del personale tecnico dell’Ente e degli uffici tecnici dei comuni interessati.
I responsabili con i quali abbiamo avuto un positivo scambio di opinioni, ci hanno confermato che l’Ente Alto calore ha avuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro per modificare l’impianto adattandolo a tecnologie diverse per la gestione e per aumentarne la capacità di trattamento in vista di futuri allacci dei comuni che adesso ne sono esclusi (es. Paolisi, Airola e altri).

Altre informazioni abbiamo chiesto e altre risposte ci aspettiamo di ricevere nei colloqui futuri che contiamo di avere con l’Ente stesso e con i Comuni che utilizzano il depuratore.

Domande cui potremo rispondere col tempo, siamo pochi (per l’immane lavoro che c’è da fare verso la normalità)».

 

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