Nel palazzo della Vipera della defunta signorina Mancini ed ora di proprietà della Curia, uno sfratto che sarebbe dovuto diventare esecutivo. Il condizionale è d’obbligo perchè, allo stato dei fatti, l’ufficiale giudiziario che avrebbe dovuto dare esecutività all’intimazione, a Via La Vipera, non si è visto. Probabile che si rifarà vivo nei prossimi giorni o nelle prossime ore. E così l’attuale inquilino e la sua famiglia potranno essere messi alla porta e pregati di cercarsi una nuova dimora sotto la quale trovare riparo. SB, il capofamiglia, è un disoccupato, con moglie a carico e figlio e l’ultima busta paga, 675 euro, l’ha percepita il 4 gennaio scorso. Da allora, racconta, non ha più avuto entrate, fatta eccezione per gli aiuti ricevuti in famiglia. Per il bilocale che occupa nel fatiscente palazzo adiacente il Conservatorio l’omino ha sborsato, fin che ha potuto, circa 200 euro mensili. Ora non ha nulla ma gli è rimasta la voglia di non mollare
Salvatore, questo il nome dell’omino, vive da dieci anni in una di quelle dimore gentilizie beneventane che solo uno sforzo di grande immaginazione rimanda al fascino dei giorni migliori. Un palazzo del 600 lasciato dagli attuali proprietari nel degrado più assoluto, in pieno centro, sotto gli occhi di tutti. Sono due le famiglie che ancora vi abitano e qualche attività commerciale che paga regolarmente la pigione. Un rudere che conosciamo bene e che in una città normale la proprietà sarebbe tenuta a mantenere con maggiore cura, non foss’altro che per la tutela dell’incolumità pubblica. Ma non è così. SB è pregato di sloggiare e lasciare la sua bicocca, e se fa storie magari anche con l’uso della forza pubblica. Il palazzo però resiste e resta li col suo carico di storia e di prestigio, malgrado i nuovi padroni.
