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Benevento| Coldiretti, prime adesioni al “no Ceta”

Benevento| Coldiretti, prime adesioni al “no Ceta”

28 Giugno 2017 | by Anna Liguori
Benevento| Coldiretti, prime adesioni al “no Ceta”
Attualità
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Arrivano le prime risposte positive all’invito di Coldiretti, rivolto alle amministrazioni comunali, di schierarsi contro il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo economico e commerciale globale tra Unione europea e Canada che rischia di travolgere le produzioni a denominazione e legate al territorio campano.
Ieri la delibera di giunta comunale del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che è stato uno tra i primi in Campania; oggi l’adesione di tanti altri comuni della provincia.

“Gli amministratori del nostro territorio – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Benevento e Campania, Gennarino Masiello – hanno ben capito che l’accordo comprometterebbe l’economia agricola del Sannio: il Canada è il principale esportatore di grano in Italia e l’introduzione del Ceta potrebbe provocare un crollo del prezzo di quello italiano per via dell’azzeramento strutturale dei dazi per l’importazione. Stesso discorso per la carne di manzo e suina. Il trattato riconosce solo la mozzarella di bufala, ma rischiano di finire nel gioco commerciale delle imitazioni e dei falsi prodotti identitari, che rappresentano un pezzo importante dell’economia e delle comunità rurali, 13 Dop e 9 Igp regionali: dall’extravergine alle carni, dai formaggi agli ortaggi, dai pomodori alla frutta”.

“La situazione ci preoccupa oltremodo – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Benevento, Francesco Sossi – perché su 288 denominazioni Made in Italy, registrate come Dop e Igt, nel risulteranno protette appena 41. L’adesione di tante amministrazioni alla lettera che abbiamo inviato loro nei giorni scorsi ci incoraggia a portare avanti la nostra posizione e ci fa capire che la tutela del territorio, del suo patrimonio agroalimentare e dei cittadini consumatori non sono solo una priorità di Coldiretti”.

La lettera inviata due giorni fa dalle cinque federazioni provinciali ai 550 comuni della Campania e alle amministrazioni provinciali chiedeva ai sindaci e agli amministratori di deliberare un ordine del giorno che consentisse agli Enti territoriali di esprimersi sull’accordo mentre il Senato sta votando la legge di ratifica.

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