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Benevento| Nessuno deve sapere?

Benevento| Nessuno deve sapere?

21 Luglio 2018 | by Enzo Colarusso
Benevento| Nessuno deve sapere?
Attualità
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Il flashmob al Centro disabili tiene vivo il dibattito su questa struttura che continua ad essere al centro di un contenzioso burocratico dai connotati assai contorti. Se ci si soffermasse al mero dato contingente dovremmo ritenere che il Comune abbia ragione a chiedere conto di quanto fondazione ed associazioni svolgano all’interno dei propri spazi. Pagare il pigione e le relative utenze appare talmente lapalissiano che sarebbe oltremodo incredibile provare a dire il contrario. Si da il fatto, però, che talune associazioni, per esempio sportive, operano in strutture pubbliche senza che alcuno ne chieda conto mentre a talaltre cooperative, che erogano prestazioni a sostegno di una umanità sofferente o che non è all’altezza di pagarsi un servizio ritenuto essenziale, si chieda di corrispondere il dovuto. La Solidarietà è una di queste. Potrà non essere simpatico Angelo Moretti dalle parti di Palazzo Mosti, e di certo non lo è, si potrà dire che compare in parecchie salse con cooperative direttamente o indirettamente riferibili alla sua persona, che abbia le spalle coperte dalla Caritas, di cui è coordinatore, e quindi dalla Curia, che sia lui pure un uomo di potere. E tuttavia la sua attività eroga servizi che nel campo del sociale il comune in dissesto stenta parecchio a garantire. E quindi il punto fondamentale potrebbe essere un altro. Potrebbe essere, per esempio, che attorno al sociosanitario si sia aperta un’autentica sarabanda, una lotta senza quartiere tra chi c’è già e chi vorrebbe entrare nel business e questa lotta procede senza esclusione di colpi, passando anche sulla pelle dei più deboli. Potrebbe passare, per esempio, dalle parti di contrada San Chirico dove c’è un edificio giallo su cui si concentrano variegati interessi. Anche li c’è Angelo Moretti e la sua cooperativa Il Melograno che è indietro in graduatoria, al quarto posto, per l’assegnazione. L’ex conigliera fa gola a parecchi per lo sprar che dovrebbe sorgervi. Fa gola al proprietario, Mario De Minico, fratello del più noto Gino, che ha ottenuto il Permesso Edilizio a seguito del pagamento di una parte degli oneri richiesti dall’ex coordinatore dello Sportello Unico per l’Edilizia, fa gola alla cooperativa Esculapio con base operativa a Napoli Nord, Frattamaggiore, a due passi dal casertano, cui  il Settore Servizi Sociali ha deciso con determina n. 276 del 4/5/2018 di affidare il servizio per il costo di circa un milione di euro. La tenace opposizione del Melograno che si è opposta all’assegnazione facendo ricorso, ha inasprito e di parecchio la situazione. E’ una mera supposizione, magari anche sballata, ma chi ci dice che la contesa sull’ex conigliera non abbia esacerbato gli umori fino ad arrivare a coinvolgere il centro “E’ più bello insieme” dove, guarda caso, ricompare Angelo Moretti? Un ammorbidimento a San Chirico potrebbe portare ad una schiarita al Rione Libertà? Anche qui siamo nel mero campo delle supposizioni ma la sensazione è che qualche attinenza, sotto sotto, vi sia eccome. Quel che è certo è che si tratti di una guerra carsica che a tratti viene in emersione. Anche le dimissioni di Patrizia Maio dalla carica di assessore ai Servizi Sociali, reclamata a furor di popolo dal suo partito Forza Italia, potrebbero avere a che fare con questa attività tellurica sul terreno del sociosanitario? Lei, la Maio, non parla e per la verità non lo ha mai fatto in modo pubblico. Al di la delle dichiarazioni rese nei giorni del suo allontanamento dalla giunta, dichiarazioni forti ma che non squarciarono il velame delle ragioni di quell’ostracismo nei suoi confronti, Patrizia non è andata scegliendo il silenzio e magari riservandosi di far sentire la sua voce in circostanze diverse. Anche da Forza Italia, da Scarinzi, Capuano, Vizzi Sguera, i più animati nelle “catilinarie” contra Patriziam, la versione dalla quale non ci si è mai discostati è stata quella della dissonanza dalla linea politica del partito. E sul tema dei servizi sociali e in particolar modo sui disabili, quale era e quale è la linea politica del partito? Esopo, alla fine delle sue favolette, usava trarne una morale. “O mutos deloi oti”, per chi non mastica di attico sarebbe “il racconto dimostra che”, sia in atto uno di quei processi che pone contrapposti interessi assai bellicosi, quasi una metamorfosi storica, un tentativo di avvicendamento e di relativo accaparramento di posizioni. Ed è una contesa di sistema che non conosce argini. Business for business? Meglio stare coi ragazzi del centro e con le loro famiglie.

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