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Benevento| Lipu: altre 100 persone visitano l’area fluviale e archeologica di Cellarulo

Benevento| Lipu: altre 100 persone visitano l’area fluviale e archeologica di Cellarulo

20 Novembre 2018 | by Anna Liguori
Benevento| Lipu: altre 100 persone visitano l’area fluviale e archeologica di Cellarulo
Attualità
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L’attività di valorizzazione ecocompatibile della penisola fluviale di Cellarulo a Benevento, area di grande interesse naturalistico e storico-archeologico, operata dalla LIPU, non si ferma neppure in autunno inoltrato conducendo un altro centinaio di persone a percorrere i sentieri creati dagli attivisti dell’Associazione in quest’area. Due sono gli eventi che hanno fatto sì che nelle ultime settimane ulteriori visitatori, oltre ai circa 150 delle prime 5 escursioni tenutesi tra luglio a inizio ottobre, apprezzassero le peculiarità di Cellarulo, il primo in occasione della giornata di studio dal titolo “Benevento: fotografia di un territorio”, tenutasi nell’ambito della VI edizione della Settimana del Pianeta Terra, e il secondo che ha visto il coinvolgimento di due classi del Liceo Statale “G. Guacci” di Benevento. In particolare il 20 ottobre scorso un folto gruppo di escursionisti, composto da più di 50 persone, reduci dal convegno scientifico, ospitato in mattinata nelle sale del Convitto Nazionale “P. Giannone” di Benevento vista la disponibilità e sensibilità alle tematiche ambientali del dirigente scolastico, la dott.ssa Marina Mupo, è stato guidato nel pomeriggio dagli organizzatori dell’evento, i geologi beneventani Vincenzo Portoghese e Vincenzo Briuolo e i docenti universitari Vincenzo Amato (Università del Molise), Domenico Cicchella (Università del Sannio) e Alfonso Santoriello (Università di Salerno), oltre a due esperti del territorio sannita quali il geologo Roberto Pellino e l’archeologa Tamara Coppola Baena, attraverso il centro storico di Benevento dalla Rocca dei Rettori al Ponte Leproso giungendo a Cellarulo dove li attendeva il delegato della Sezione LIPU di Benevento, l’architetto Marcello Stefanucci, che li ha accompagnati attraverso alcuni sentieri creati o riaperti dagli attivisti della LIPU.

Negli ultimi giorni, invece, sono stati gli alunni del Liceo Statale “G. Guacci” di Benevento, diretto dalla dott.ssa Giustina Anna Gerarda Mazza, a visitare l’area di Cellarulo. Circa 50 erano, infatti, gli allievi della II e III A del Liceo Linguistico del “Guacci”, accompagnati dalle docenti Marilena Varricchio, Marilena Della Pietra e Alfonsina Marucci, che sono stati guidati nella penisola di Cellarulo dagli attivisti della LIPU Antonio Saccone, Antonio Campolongo, Gianpaolo Iannace e Marcello Stefanucci. Tale iniziativa rientra nelle attività del Progetto “L’oasi delle opportunità – Progetto di valorizzazione dell’Oasi Zone Umide Beneventane”, realizzato dalla LIPU e finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La scoperta della naturalità e delle tracce storiche presenti nell’area di Cellarulo, parte dell’Oasi Zone Umide Beneventane creata dalla Provincia di Benevento nel 2008 e gestita dalla LIPU dal 2013, ha entusiasmato i giovani escursionisti che hanno visitato l’affascinante luogo della confluenza tra i fiumi Sabato e Calore, quindi si è giunti al Ponte Fratto, resti di un ponte di epoca romana, attraversando un fitto canneto di cannuccia paluste (Phragmites australis) e canna comune o domestica (Arundo donax) grazie ad un sentiero creato dagli attivisti della LIPU. Il tutto osservando esemplari di airone cenerino (Ardea cinerea) e cormorano (Phalacrocorax carbo) che volavano o si posavano su alberi a poca distanza dagli escursionisti. Inoltre allievi e docenti del “Guacci” hanno potuto visionare i resti dell’alluvione del 15 ottobre 2015 che sono una testimonianza della forza di un fiume, il Calore, al quale va concesso il suo spazio vitale senza che manufatti umani invadano le sue naturali aree di espansione, anche per evitare tragedie come quella successa recentemente in Sicilia, dove 9 persone hanno trovato la morte in una casa realizzata imprudentemente in un’area di espansione del fiume Milicia, in provincia di Palermo, in occasione di una piena causata da intense piogge.

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