Porta all’est Europa la pista che stanno seguendo glim inquirenti per dare un volto ed un nome ai banditi che la sera di mercoledi scorso hanno assaltato la villa di un medico a Frasso Telesino prendendo in ostaggio sei persone per circa due ore. Rapinatori dall’accento non italiano, era stata la prima sensazione delle ragazze tenute dai banditi sotto il tiro delle armi, una sensazione che gli investigatori ritengono molto probabile. Così come è molto propbabile che i malviventi abbiano agito con un piano ben preciso. In primis nella scelta dell’obiettivo, non in aperta campagna ma in pieno centro cittadino, alle spalle del comune, la casa di un professionista in un vicolo stetrto ed irto, difficile da raggiungere ed ancora più complicato da abbandonare per la fuga. Un particolare che secondo gli inquirenti farebbe pensare alla strategia di un basista, pratico della zona e ancor di più delle abitudini dei proprietari la villa. Insomma, un colpo studiato nei dettagli ma che non avrebbe previsto la presenza in casa di tante persone cosa che ha indotto i banditi ad accelerare il loro raid predatorio. A Frasso resta l’angoscia e la paura. Quella dei protagoniosti ma anche quella del resto della cittadinanza che si stringe attorno al sindaco Di Cerbo che ieri in Prefettura ha rilanciato con forza il tema della sicurezza e a Don Dobos, il parroco, che è romeno e che censura duramente la violenza dei banditi ma invita a non cadere nell’errore di generalizzare, pratica assai diffusa di questi tempi.
