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Gestione centri migranti: Le prime cinque misure cautelari. Perquisizioni  in corso per i 42 indagati

Gestione centri migranti: Le prime cinque misure cautelari. Perquisizioni in corso per i 42 indagati

21 Giugno 2018 | by redazione
Gestione centri migranti: Le prime cinque misure cautelari. Perquisizioni  in corso per i 42 indagati
Cronaca
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Benevento – Tensioni e scontri nei centri di accoglienza che nascondevano motivazioni piu’ profonde di una semplice questione di sovraffollamento; migranti costretti a vivere in tuguri, ammassati anche in dieci in una stanza che poteva ospitarne al massimo 4; servizi igienici assolutamente insufficienti e condizioni sanitarie ben al di sotto degli standard richiesti: questi gli elementi emersi dalle indagini. I centri, inoltre, riuscivano a ottenere l’autorizzazione dalla prefettura di Benevento grazie alla compiacenza di un funzionario. L’indagine e’ cominciata nel 2015 e nel corso del tempo un carabiniere infedele avrebbe rivelato segreti d’ufficio e messo in guardia gli indagati. Al punto che uno degli arrestati nell’operazione condotta oggi dalla Digos della questura di Benevento, con i carabinieri beneventani e del Nas di Salerno, ha rinunciato alle cariche operative all’interno del consorzio “Maleventum” per evitare conseguenze giudiziarie. Una mossa inutile per la procura di Benevento che ha chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare nei confronti del principale accusato, Paolo Di Donato, ex amministratore del consorzio che gestisce diversi centri di accoglienza, tra cui quello di Sant’Agata de’ Goti, e oggi semplice consulente dello stesso consorzio. Con lui ai domiciliari un dipendente del Ministero della Giustizia Giuseppe Pavone, il funzionario della prefettura di Benevento Felice Panzone, poi trasferito, il carabiniere Salvatore Ruta e Angelo Collarile. Da questa mattina all’alba, Digos e Nas stanno perquisendo le abitazioni degli indagati, che in tutto sono 42. La procura aveva chiesto anche il sequestro dei centri di accoglienza; misura respinta dal gip. Il sistema consentiva a Paolo Di Donato, grazie alla compiacenza del funzionario della prefettura, di ottenere l’assegnazione di migranti ben orle le capacita’ dei centri a lui riconducibili. Di Donato riusciva anche a ottenere piu’ fondi di quelli previsti non denunciando l’allontanamento di ospiti e gonfiando comunque i registri delle presenze.

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