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“La lingua di fuoco” di Ruggero Cappuccio. Napoli, la sua lingua,  il suo teatro, le sue storie nel racconto dello scrittore ed autore napoletano

“La lingua di fuoco” di Ruggero Cappuccio. Napoli, la sua lingua, il suo teatro, le sue storie nel racconto dello scrittore ed autore napoletano

7 Dicembre 2017 | by redazione
“La lingua di fuoco” di Ruggero Cappuccio. Napoli, la sua lingua,  il suo teatro, le sue storie nel racconto dello scrittore ed autore napoletano
Cultura
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“La lingua di fuoco”, docufilm scritto ed interpretato da Ruggero Cappuccio, che ne è anche regista insieme a Nadia Baldi,  centrato sulla straordinaria vitalità artistica del teatro di Napoli e, in modo particolare, della sua lingua e della sua scrittura per la scena andrà in onda sabato 9 dicembre (ore 21.15) in prima serata su RAI 5

Prodotto da Visioni segrete, con Giovanni Ragone alla direzione della fotografia e i costumi di Carlo Poggioli, il film documentario realizza un racconto autobiografico per immagini fondato sulla ultraventennale esperienza di frequentazione  e produzione  teatrale e letteraria dell’autore, regista ed attore napoletano. A partire dalla sua esperienza narrativa e drammaturgica,  Ruggero Cappuccio propone sull’argomento una singolare ed inusuale prospettiva intersecando  il racconto della fascinazione della lingua di Napoli ai luoghi fisici della città. Nelle varie sequenze, l’autore e con lui gli attori Claudio Di Palma, Ciro Damiano, Marina Sorrenti, Franca Abategiovanni, Simona Fredella ma anche i musicisti di Capone e Bungt Bangt, conducono gli spettatori in luoghi eletti a simbolo, sia di ispirazione che di diffusione,  del sapere e del potere linguistico della città di Napoli. Dalla augustea villa di Publio Vedio Pollione a Posillipo, alla Cripta della Chiesa Della Speranzella  nei Quartieri Spagnoli, al Palazzo Reale, al Succorpo dell’Annunziata fino all’Archivio Storico del Banco di Napoli e all’istituto per gli Studi Filosofici, il racconto di Ruggero Cappuccio pone in evidenza la relazione tra i nuclei architettonici e il coevo sviluppo del linguaggio, poi tradotto per la scena.

“Ciascuno di questi luoghi – sottolinea Ruggero Cappuccio –  può definirsi una piattaforma magnetica di avvenimenti e questi avvenimenti si sono svolti in un certo tempo e con certe connotazioni linguistiche. In ognuno di essi  è racchiusa una memoria vitalistica, non statica, che ha prodotto e produce una lingua e una storia raccontata o ancora da raccontare.  Nell’Archivio Storico del Banco Di Napoli tra i milioni di fogli che lì sono custoditi ce n’è uno che documenta  il passaggio di Caravaggio a Napoli.  E’ solo un esempio per dimostrare come un luogo di grande fascino, un testo ritrovato, la sensibilità di un artista, riescono talvolta a sintetizzare suggestioni ed emozioni  e, in tanti casi, trovando esiti sublimi in diverse generazioni di autori di teatro, ma anche di cinema, poesia e musica “.

Il docufilm di Ruggero Cappuccio attiva così la sua indagine sul potere di una lingua  che è musica, che bada fortemente ai rapporti di equilibrio tra suono e significato, “che raggiunge i sensi prima ancora del cervello, e nel momento in cui raggiunge i sensi parla all’intelligenza emotiva delle persone”.

“Nel docufilm  alludiamo alla natura magmatica della città e della sua lingua perché la lingua napoletana procede nei secoli per esplosioni. Il dire nella civiltà teatrale napoletana è paragonabile ad un’ eruzione e questo recitar cantando lo descrive in due  momenti : il primo  è quello del concepimento silenzioso dell’idea e l’altro è quello del parto, fragoroso, terribile quanto inebriante dell’idea stessa. Cosicché potremmo dire che a Napoli ogni silenzio è concepito per dare vita ad un’eruzione”.

 

“La lingua di fuoco” di Ruggero Cappuccio

Con Ruggero Cappuccio, Claudio Di Palma, Ciro Damiano, Marina Sorrenti

Franca Abategiovanni, Simona Fredella, Capone e Bungt Bangt

Direttore della fotografia Giovanni Ragone

Costumi  Carlo Poggioli

Regia di Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi

Produzione Visioni segrete

 

 

 

 

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