breaking news

Benevento| Il Piave mormorò…

Benevento| Il Piave mormorò…

2 Novembre 2018 | by Enzo Colarusso
Benevento| Il Piave mormorò…
Cultura
0

A cento anni di distanza dalla conclusione della Grande Guerra. Un bagno di sangue che sconvolse il mondo con più di dieci milioni di morti. Un conflitto che segnò il passaggio sostanziale dalle guerre di stampo ottocentesco, fatte di posizione e di attesa, ad un confronto militare su larghissima scala, con un uso indiscriminato di armi non convenzionali e l’apparizione di nuove corporazioni militari come l’Aeronautica e l’artiglieria pesante. L’Italia pagò un prezzo enorme per una guerra che la proiettò nell’ambito delle grandi potenze ma a costo di 650 mila morti e di un bottino postbellico non all’altezza delle aspettative promesse dall’Intesa e che ben presto venne definito “vittoria mutilata”. E tuttavia, al di la di tutto questo, la mostra organizzata da Arte Litteram dal titolo “La guerra è finita. 1918-2018” e che da oggi e fino al 24 novembre potrà essere visitata nelle sale dell’Archivio di Stato, si è posta l’obiettivo di proporre al visitatore documenti, e referti,  numeri, date,  luoghi, cause di morte, i paesi d’origine dei tanti “ragazzi” che in quell’orrido disumano persero la loro giovane vita. Un senso mostruoso di patria e di nazione a totale vantaggio di quelle classi che dalle guerre ricavano profitti immensi sul sangue della gente. Ai caduti, quasi tutti contadini, solo il commiato formale e forse qualche medaglia. Sulla parte opoposta della bilancia le giovani vite dei nostri bisnonni ricordati sui monumenti ai caduti e in qualche lapide toponomastica. “Abbiamo scelto di collaborare a questa mostra perché volevamo dare un nuovo senso alla commemorazione, all’idea di anniversario”, dice Luigi Mauta di Arte Litteram, non solo ricordare ma riflettere su cosa è successo, dove, quando è come si sviluppato con le pagine dei giornali dell’epoca. Volevamo semplicemente ricordarli quei ragazzi, far leggere e ripetere la loro storia, di quale forza furono capaci e quale patrimonio portiamo dentro di noi”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *