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Benevento| Primo Maggio, essenziale l’unità sindacale

Benevento| Primo Maggio, essenziale l’unità sindacale

1 Maggio 2017 | by Enzo Colarusso
Benevento| Primo Maggio, essenziale l’unità sindacale
Lavoro e Sindacati
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La festa del Primo Maggio, non una ricorrenza ma il principio di tutte le battaglie per il lavoro che questa stagione storica mette a serio repentaglio se non di peggio. Un Primo Maggio che riaffermi le sue radici nella unanime condivisione che la lotta per la dignità del lavoro non deve conoscere divisioni per quelle forze che si rifanno alla tradizione democratica e di sinistra, nel solco della triplice:  lavoro, pace e democrazia. Da Portella della Ginestra, settant’anni di lotte e di traguardi che sembravano inossidabili ma così non è.

“Un’occasione per ribadire i valori portanti della nostra democrazia, tratteggiati dalla Carta costituzionale, nata dalla lotta di liberazione dal nazi-fascismo, riguardanti soprattutto la democrazia, la giustizia sociale e la pace, e per contrastare i rigurgiti nostalgici di novelli fascisti che inneggiano a principi del periodo più buio della storia nazionale”. dice Rosita Galdiero, segretario generale della Cgil del Sannio. “La Festa dei Lavoratori quest’anno sarà incentrata principalmente sui temi del lavoro, in particolare delle giovani generazioni, e della pace”. Unità sindacale, unico baluardo nei confronti di chi attenta alla dignità del lavoro.

congresso Cisl

 

Mario Melchinna, segretario generale della Cisl Irpinia Sannio insiste ancora una volta sulla importanza del sindacato “in una società, come quella moderna, che vive di individualismi e di “prepotenze”, che oggi, come 70 anni fa, ha un ruolo delicato di rappresentanza, difesa, vicinanza, accompagnamento, ascolto a coloro i quali non trovano risposte concrete da parte delle Istituzioni e delle forze politiche”. Per il segretario della Uil Benevento/ Avellino Fioravante Bosco “bisogna ricercare la solidarietà con le persone e le famiglie colpite dalla crisi occupazionale a sostegno di coloro che fanno impresa nell’agricoltura, nell’artigianato, nell’industria, nel commercio e nei servizi, riconoscendo il valore dell’impresa, della capacità di investire e della generazione di lavoro, quando gli obiettivi sono orientati al bene comune e alla diffusione di benessere sociale. Ritengo che non siano più eticamente e socialmente sostenibili, conclude Bosco,  i compensi da centinaia di migliaia di euro all’anno percepiti da componenti di Consigli di Amministrazione, dirigenti e amministratori di alcuni enti e istituzioni locali a valenza pubblica. A fronte di tali situazioni, che stridono con le difficoltà di tante aziende, con le situazioni di lavoro precario e con le tante pensioni da fame, ritengo che gli organismi e le forze politiche responsabili delle nomine debbano intervenire e provvedere a rimuovere tali ingiustificabili eccessi”.

 

 

 

 

 

 

 

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