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The heat, la sfida

The heat, la sfida

7 Giugno 2016 | by Enzo Colarusso
The heat, la sfida
Politica
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BENEVENTO- Mastella contro Del Vecchio, Del Vecchio contro Mastella. Sono loro i due contendenti che si sfideranno il 19 giugno nel ballottaggio che ne designerà uno solo per il piano nobile di Palazzo Mosti. Uno dei due diverrà sindaco, uno dei due avrà l’onere e la pesante responsabilità di mettere le mani nel pozzo senza fondo del debito comunale e solo per questa volontà un po insensata meriterebbero il ringraziamento della città. Due personalità diverse per età, origini, esperienza. Nel bel mezzo di una campagna elettorale senza esclusione di colpi, Raffaele Del Vecchio incarna l’epigono di un sistema di potere che chiameremmo “decariano” contrapposto a chi il potere lo ha detenuto a lungo con metodi “clientelari”. Due concezioni del mondo in perfetta antitesi, una dicotomia antropologica prima che politica, la Città delle famiglie dell’aristocrazia borghese e la campagna dell’hinterland beneventano che partorisce “l’homo novus” capace di crescere e diventare ago della bilancia, per un quindicennio, della politica italiana. Dopo Ceppaloni, Mastella punta dritto a Benevento, vuole scardinare il feudo di Umberto Del Basso De Caro, vuole ripartire dalla Città dopo i rovesci personali e politici degli ultimi anni. Usa il vocabolario che conosce, agisce secondo i metodi che ha sempre applicato. Questa volta non s’ammanta di potere è solo con la sua fisicità e la sua esperienza ma abilmente si è infilato nelle maglie larghe del malcontento popolare garantendo la sua esperienza e le sue entrature nazionali. E parla di liberazione

“Impediremo che il trasformismo in salsa mastelliana si impadronisca della nostra città”, Del Vecchio baluardo laico al cattolico Mastella, e censura lo sputtanamento sulle reti nazionali che a suo dire opera il rivale quando dipinge una città in cui ci sono ventimila persone senza acqua e senza servizi fondamentali. S’incazza Del Vecchio che invece si rappresenta come colui che i problemi non li vuole solo enunciare ma anche risolvere. Ma Raffaele sa non sarà semplice. Al primo turno è finito dietro di una manciata di voti, le sue liste tirano e lui è in ritardo e, intelligentemente, abbozza, non polemizza:

Due settimane che racconteremo con tutto il loro carico di pathos e di bassezze perché questa la campagna elettorale bellezza, ma non la politica.

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