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Benevento| Le voci di dentro

Benevento| Le voci di dentro

29 Novembre 2016 | by Enzo Colarusso
Benevento| Le voci di dentro
Politica
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Sussurri e grida dal mondo della politica. Sarà per il, referendum, sarà per le provinciali, che sono un discorso tutto interno alla Casta, si registrano sommovimenti sensibili che avvalorano la tesi secondo la quale il momento è catartico ed anche magmatico. Insomma sono in atto “sondaggi” per capire come orientare l’azione politica in conseguenza di qualche scossone, sempre possibile. “Se cambia la legge elettorale ne vedremo delle belle” ebbe a dire Raffaele Del Vecchio volendo alludere a giri di valzer inopinati e nuove alleanze. E d’altra parte ciò che si respira in questa prima aria fredda d’inverno lascia presagire che qualcosa si sta muovendo. Palazzo Mosti è il teatro di questa fase politica. Mastella ha affidato al redivivo Mosè Principe il compito di sondare gli umori. Il mediatore ha il compito di capire e riferire chi potrebbe fare da supporto ad una maggioranza eventualmente in cerca di puntelli. Fausto Pepe non è più tra i disponibili. La frattura si è consumata all’indomani della decisione di Mastella di non accogliere le richieste in capo a Fucci, Mancini ed anche Coppola che Fausto aveva posto come essenziali per un rapporto di non belligeranza ed anzi di proficua collaborazione. La contingenza attuale è il frutto di talune scelte e della relativa degenerazione del rapporto. E allora radio Palazzo si scatena. Aversano e Scarinzi negano di avere mai intavolato relazioni ma non di avere parlato negli ultimissimi tempi con Principe e comunque si è nel solco di quel tourbillon di rapporti che potrebbe preludere a qualcosa di nuovo già dal postreferendum. Non è un mistero che le ipotesi di “inciucione” siano dietro l’angolo e che Mastella sia sempre più insofferente nei confronti di taluni suoi alleati. E di qualche esponente della sua amministrazione. Appare deteriorato il rapporto con Erminia Mazzoni alla quale, a Palazzo così come nei salotti ceppalonesi, non è piaciuto lo smarcamento sul referendum e fortemente incrinato è anche il discorso con la Pedà della quale non piace l’eccesso di effervescenza nei rapporti con la Ingaldi e più in generale la rissosità su una materia delicatissima come quella della mensa. Tirando le somme si potrebbe dire che si sta aprendo una fase delicata e di riposizionamento e dai risvolti imprevedibili.

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