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Benevento| Immigrati, report nel Sannio della Uil

Benevento| Immigrati, report nel Sannio della Uil

7 Giugno 2017 | by Anna Liguori
Benevento| Immigrati, report nel Sannio della Uil
Attualità
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La Uil Avellino/Benevento comunica che, secondo dati del Viminale, il trend degli arrivi di immigrati è costantemente superiore al 2016, tra il 40 ed il 45%. Mentre l’immigrazione legale si prosciuga, e molti immigrati lasciano il nostro Paese, l’immigrazione più povera aumenta la pressione verso l’Italia. Si mantiene, quindi, alta la pressione migratoria, in specie dalle coste della Libia da cui partono la maggioranza di barconi e gommoni fatiscenti, spesso causa di naufragi e morti in mare (già oltre 1.500 quest’anno). Secondo dati del Viminale, che pubblica puntualmente sul suo sito il <cruscotto giornaliero> degli sbarchi, abbiamo già superato quota 50 mila arrivi (per l’esattezza 50.277). Siamo al 40% in più rispetto allo stesso periodo del 2016 e il surplus mensile negli arrivi fa i facilmente pronosticare una cifra a fine anno molto vicina alle 250 mila unità. Una vera e propria metamorfosi dell’immigrazione: una tendenza in contraddizione con l’andamento dell’immigrazione tradizionale, quella che arriva attraverso vie legali. Nel 2016, l’aumento di stranieri residenti è stato solo di 2.500 unità (a cui vanno aggiunti però 205 mila stranieri divenuti cittadini italiani). Dipende naturalmente da molte cause: la crisi economica e la mancanza di lavoro, ma anche dal blocco degli ingressi legali per motivi di lavoro che dura ormai da 7 anni. Mentre diminuisce l’immigrazione legale, si moltiplica invece per due l’arrivo di quella irregolare. Si tratta di migranti in prevalenza “economici” – cioè che tentano di raggiungere l’Europa per cercarvi lavoro e una vita nuova – non di rifugiati in fuga da guerre o persecuzioni personali (naturalmente ogni caso va valutato a sé come prevede la normativa in materia di richiedenti asilo). Gli arrivi provengono – in ordine – dalla Nigeria, Bangladesh, Guinea, Costa D’Avorio, Gambia, Senegal, Marocco, Mali, Pakistan e Sudan. Le cronache e le testimonianze di molti migranti arrivati, testimoniano di torture e sevizie – soprattutto in Libia – perpetrate da scafisti a danno di migranti, ma anche da miliziani coinvolti spesso nel traffico delle persone; un business molto lucroso (qualcuno parla di 4 miliardi di euro andati alle organizzazioni della tratta nel 2016). Spesso la gente in arrivo dal deserto viene imprigionata, lasciata per giorni senza cibo; vi sono molti casi raccontati, nei quali le donne vengono violentate e i minori vengono separati dai genitori. Il tutto perpetrato da organizzazioni criminali al fine di ottenere ingenti somme di denaro dai familiari di queste povere vittime della povertà, e spesso anche dei conflitti locali. Quando poi i malcapitati vengono liberati e imbarcati, i rischi non sono finiti: le imbarcazioni sono sempre più malandate e spesso lasciate alla deriva senza motore, nella speranza di un soccorso da parte dalla nostra guardia costiera o da imbarcazioni di salvataggio di alcune ONG. Il passo verso le tragedie è comunque breve. Il Governo italiano ha dichiarato di essere pronto ad accogliere quest’anno almeno 200 mila persone: un impegno lodevole che rischia però di non essere condiviso da altri Paesi europei. Discutibile anche l’idea di poter dissuadere dagli arrivi gente disperata, semplicemente introducendo norme più securitarie (legge Minniti-Orlando). Attualmente il sistema di accoglienza italiano dà protezione ad almeno 180 mila persone. Tra le regioni più accoglienti, al primo posto (come sempre) Lombardia (13%), Lazio e Campania (entrambe con il 9% dei migranti accolti); seguono Piemonte e Veneto (entrambe con l’8%). E poi Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia (con il 7%). In coda la Basilicata con l’1% dei profughi in accoglienza. Infine, l’anno scorso sono arrivati quasi 26 mila minori stranieri non accompagnati: molti dei quali si sono dileguati dopo i primi soccorsi. Nel 2017 ne sono arrivati sino a oggi 6.242 bambini.

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