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Reino| Accogliere significa accrescere la cultura di una comunità

Reino| Accogliere significa accrescere la cultura di una comunità

29 Dicembre 2017 | by Maresa Calzone
Reino| Accogliere significa accrescere la cultura di una comunità
Attualità
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Un incontro all’insegna della solidarietà e dello scambio culturale, quello che si è tenuto oggi a Reino presso la sala consiliare del comune.Il brindisi di  benvenuto per le famiglie ospitate dallo SPRAR di REINO. Un momento che segna un passaggio importante di aggregazione a cui hanno preso parte rappresentanti del mondo politico, istituzionale e religioso e  la comunità reinese.

“Questa di oggi è una giornata speciale perchè segna un momento di continuità tra la nostra comunità e queste persone che sono venute da lontano. Il progetto che abbiamo messo in atto per l’accoglienza dei migranti, segue le direttive statali di un disegno più ampio, che anche altri comuni dovrebbero adottare affinchè cada questo muro di diffidenza verso l’altro” ha commentato il sindaco di Reino Antonio Calzone. “Le istituzioni ci sono, appoggiano in pieno le iniziative dei comuni come Reino, che ha aperto le proprie porte a queste famiglie bisognose, ma accoglienza non vuol dire semplicemente dare un posto dove vivere a questa gente, accoglienza deve comprendere il concetto di condivisione e integrazione”ha sottolineato l’on Umberto Del Basso De Caro. “Questo di oggi è un giorno significatico, dove una comunità, questa di Reino sancisce un rapporto di fiducia con le persone nuove,l’introduzione di un immigrato in una comunità  non deve essere letto attraverso la lente della diffidenza, ma come una opportunità di accrescere la propria cultura, e di condividere la propria con gli altri.”Ha sottolineato Mons. Francesco Zerrillo Vescovo Emerito di Lucera-Troia.Vengono dal Niger, dal Congo e dal Togo le coppie con bambini piccoli, che alloggiano da qualche mese presso la struttura dello SPRAR (servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).Oggi la festa è stata per loro, che ancora non parlano la nostra lingua, ma che hanno seguito tutta la cerimonia con il cellulare in mano per filmare tutto, per poter condividere l’evento con chi probabilmente è ancora al di la del mare. Tra la diffidenza e la paura dell’altro da sé, ci sono i bambini, che giocano insieme, la risposta a tutto.

 

 

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