9 maggio 1978, 9 maggio 2018. Quarant’anni fa il rapimento e lò’uccisione di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, rapito a Via Fani da un commando delle Brigate Rosse e poi ucciso tra l’8 e il 9 maggio col ritrovamento del cadavere nella ormai celebertrima Renault 4 amaranto in via Caetani. Un delitto di stato, una pagina terribile della nostra storia recente e sulla quale molto ancora c’è da capire. Da capire per esempio sul ruolo della politica, della eterna massoneria, dei sempre presentui poteri forti, sui blocchi contrapposti Est-Ovest, sul ruolo dei servizi deviati. Tutte forze che si contrapponevano a quello che era il disegno moroteo definito Compromesso Storico e cioè la convergenza parallela tra DC e PCI che nello spazio storico della fine degli anni 70 non po0teva trovare sponde favorevoli. Il confronto con la politica attuale. Quale è stato e se c’è stato il testimone morale e politico di Moro. A guardare la quotidianità sembra assai liofilizzato. Amerigo Ciervo prova a dare la sua interpertazione della realtà
