Nelle scorse ore ci siamo occupati dei nomadi che stazionavano sul lungosabato Don Emilio Matarazzo al Rione Libertà tra le proteste dei cittadini. La carovana aveva lasciato la zona dopo l’arrivo della polizia municipale, salvo poi tornare nelle ore successive.
E in effetti la fila di roulettes si è assiepata nuovamente lungo il fiume Sabato, li dove regna sovrana l’immondizia, l’odore di escrementi, il ronzio di mosche e zanzare. Con loro sono ritornati i panni stesi al sole e i malumori tra i residenti della zona che si vedono ancora una volta “circondati”. Quello che i cittadini chiedono al comune è di creare aree attrezzate dignotose per i nomadi ed evitare che in mancanza di zone a loro dedicate occupino, seppur in via temporanea, le strade a ridosso dei palazzi e dello stadio.
E noi ci siamo stati tra queste persone che destano la preoccupazione dei cittadini. I mostri, come li definiscono alcuni residenti, altri non sono che un gruppo di nomadi siciliani, che sono pronti a ripartire nei prossimi giorni e che se non lo hanno già fatto è solo a causa di un bambino che aveva bisogno di cure prima di rimettersi in viaggio. Già, il viaggio, perché questa è la loro vita, perennemente in viaggio, dalla sicilia alla Campania, fino alla Puglia. Microstorie di un’Italia dove la percezione dell’altro spesso è alterata e crea pericoli che sono ingigantiti nell’immaginario collettivo. “Non vogliamo dare fastidio a nessuno”, ci spiegano i nomadi, ma preferiscono non fare interviste perché non vogliono che si accendano di nuovo i riflettori su di loro.
segue servizio labtv
