Storie che si assomigliano tutte, quelle dei medici e infermieri, che in questo momento storico stanno vivendo tutti la stessa pagina scritta dalle persone ammalate, dalle vite salvate, da quelle che invece il destino e il virus si è portati via.Ma da nord a sud del paese, questi medici e questi infermieri sembrano non avere un nome, ma come assorbiti dalle loro stesse divise diventano dei soldati bianchi a cui disperatamente affidiamo la nostra vita.Da un pronto soccorso di Bergamo est, arriva la storia di Milena Iuliano, originaria di Bucciano in provincia di Benevento,una dottoressa di 30 anni, che a soli due anni dalla laurea sta affrontando la battaglia sul campo più complicata.Si porta dentro gli sguardi dei pazienti, le mani bucate dalle flebo che provano ad accennare un gesto come “ti prego non te ne andare”,e ancora le persone anziane che con gli occhi sbiaditi dal tempo,ti implorano di poter salutare i nipoti.Ogni ospedale è uno scenario straziante,colmo di vite che si intrecciano nel sentimento speciale dell’empatia che solo gli esseri umani sanno provare, soprattutto quando ci si riconosce simili, fragili e meravigliosi nel coraggio.
