Caro Enzo, cosa hai combinato! Se mai ci potesse essere la remota possibilità di farsi ascoltare, ti giungerebbero all’orecchio parole piene di rabbia.
Sei sorpreso? Te ne sei andato così, potremmo dire sul più bello, mentre immaginavamo cose da fare e inventare insieme, dove tu avresti avuto il tuo spazio per raccontare le infinite storie di questa città, dei suoi personaggi, delle sue tradizioni.
La verità è che con te non si può essere arrabbiati, ma tristi si, questo concedicelo.
La tua morte, improvvisa, inaspettata ci ha colti di sorpresa, facendoci scivolare in una malinconia silenziosa, che annoda le parole in gola, riduce alla forma più banale ogni pensiero, proprio con te che eri uomo di una rara intelligenza e cultura.
Che cosa possiamo fare oggi, se non ricordarti per la grande persona che sei stata, umile ma immenso nella tua conoscenza, generoso, perchè hai aperto la tua casa, uno scrigno della memoria che hai condiviso con noi e con il pubblico, nella tua rubrica “Gravinando” un viaggio suggestivo e interessante tra gli oggetti e le cose, che solo tu sapevi raccontare.
Ecco, prenderemo ad esempio il tuo stile e il tuo garbo con cui ti approcciavi ad ogni nuova sfida e ad ogni progetto, sempre animato da uno stupore fanciullesco.
E faremo tesoro di quello sguardo dolcissimo da cui abbiamo appreso il tuo piccolo segreto: continuare ad essere curiosi e aperti alla conoscenza.
