Gianfranco Ucci e Pasquale Viespoli insieme nella prima uscita ufficiale. E Jean Pierre El Kozeh a tracciare le linee guida di quello che viene formandosi come la struttura “ideologico-culturale” sull’impronta di Mezzogiorno Nazionale di questo sodalizio che potremo tranquillamente chiamare civico ma anche molto politico. Viespoli, che ha tessuto la trama di un polo ancora più largo con Tibaldi senza riuscirci, porta in dote alcuni della vecchia guardia di quella che fu la destra cittadina e che è ora equamente divisa almeno in tre schieramenti di quelli presenti sulla scena, soggetti che rivendicano la loro matrice, vedi Orlando, ma che hanno imboccato, non senza patimenti e profonde riflessioni, strade diverse e probabilmente difficili da far metabolizzare alle coscienze più legate alla tradizione di appartenenza, vedi Capezzone. Ucci è sereno. La sua proposta è fortemente civica tanto che dice di se stesso di volere incarnare lo spirito del sindaco di prossimità, fuori dal Palazzo ma dentro i problemi della gente.
Sibillino l’affondo rivolto a Mastella. Passaggio che introduce il dato politico. A chi gli chiede della sorte avversa che ha funestato l’accordo con Tibaldi Ucci replica
