Le polemiche insorte tra Giovanni Zarro e il segretario della Cgil Galdiero dopo il convegno del 7 ottobre scorso circa il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre e le opposte fazioni in campo. Il fronte del Si e quello del No cominciano a carburare i loro motori ed anche la vis polemica dei protagonisti comincia a prendere piede. L’Onorevole Zarro attacca il convegno della Cgil, Rosita Galdiero ha replicato ma nella “requisitoria” di Zarro finisce coinvolto anche Amerigo Ciervo, docente dio Storia e Filosofia del Giannone e presidente provinciale dell’Anpi, l’associazione dei partigiani d’Italia.
Zarro non ha lesinato parole aspre nei confronti di Ciervo, fuorviato, forse, da qualche articolo di giornale che lo stesso Ciervo ha ammesso essere stato non esaustivo del proprio pensiero. Zarro, attraverso Gazzetta di Benevento, chiede a Ciervo conto di ciò che presume quando parla di “rischio di regressione sui diritti civili e della stessa civiltà costituzionale” e aggiunge di avere, per vie indirette, chiesto conto di quei dubbi e auspica “che il professore trovi il tempo per chiarire questa sua tesi, altrimenti, incorre l’inganno. E conclude: “i cittadini vengono ingannati, nel processo di formazione della volontà referendaria, dalle parole. Da parole vuote”. Pronta anche se ponderata la replica di Amerigo Ciervo.”I giudizi di inganno e di parole vuote li metto in conto. Sono ingiusti e li comprendo, nel clima non benevolo della campagna referendaria, ma non sono veri. Tutto si potrà dire di me eccetto che pratichi l’inganno. “Quanto alle parole”, conclude Ciervo, “forse esse sono tutte vuote. Poi sono le nostre azioni a riempirle”
