Coturnix coturnix. E’ il nome scientifico della quaglia, nobile uccello della famiglia dei fasianidi. Ma non è l’ornitologia la materia che si studia a Palazzo Mosti, l’abitudine di questo volatile di sgattaiolare di qua e di la per sfuggire alle gringfie dei predatori. Tra gli umani la pratica della quaglia è assai diffusa. In politica, poi, da Depretis ai giorni nostri, è addirittura diventata una vera e propria tradizione. A Benevento, in un anno e mezzo di consiliatura, sono stati in tre ad imitare la quaglia, senza contare gli appisti o ex tali, prima quaglie e poi gamberi. Sia bene inteso: nessuna tentazione moralista, ci mancherebbe. Il giudizio che si da tende a variare a seconda della convenienza per cui, alla fine, ognuno rivendica le proprie ragioni e ne da una venatura di legittimità. Il Movimento 5 Stelle punta l’indice e parla, parafrasando De Minico, di quagliodromo che poi non rende fino in fondo lo stacco del pennuto, intendendone più la corsa che appare scarsa. Tornando seri a Palazzo Mosti è andata in scena la disfida familiare tra Nicola e Vizzi Sguera, cugini contro, che non se le sono mandate a dire, col primo velenoso nei confronti dei grillini e il secondo che non ha fatto sconti annoverando nella sequela infame anche il parente. “La palingenesi della politica passa attraverso la fine di queste pratiche”, sentenzia Nicola in una improvvisata conferenza stampa boicottata dalla maggioranza. “Non replichiamo a tanta volgarità”, controbattono i rei per cui il dialogo è finito prima ancora di cominciare.
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