“Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria e ciò sa il tuo dottore” Ricorrere a Dante e al canto V non sembri esagerato nel commentare la clamorosa esclusione di Nunzia De Girolamo dal prossimo consesso parlamentare e per adesso la sua uscita di scena dalla politica che conta. E se per Francesca il tormento è senza fine e senza speranza di redenzione, per Nunzia non si arriva a tanto e questo è certo, ma il senso di disorientamento deve essere stato enorme nell’apprendere che per lei, dopo dieci anni, non vi sarebbe stato più spazio a Montecitorio. La De Girolamo, vittima sacrificale del ciclone grillino e degli intrighi di palazzo del suo partito e non soltanto a Napoli. Trame che l’hanno relegata nella ostile Emilia, una sorta di anticamera per l’inferno, una destinazione che è sembrata un vero e proprio esilio, un ostracismo politico consumatosi in tutta la sua drammaticità. E Nunzia è letteralmenmte infuriata. Non sarebbe stata eletta per mezzo punto percentuale proprio a Bologna anche per via, si mormora, di certe mail che invitavano a votare tal Galeazzo Bignami, sempre di Forza Italia, ma di un altro collegio. Insomma, un vera e propria persecuzione. 
E non sta meglio Claudio Lotito che aveva creduto di essere eletto e che invece deve riporre nel cassetto il suo proposito. Inferocito con i vertici di Forza Italia, Lotito perde per meno di dieci voti nel plurinominale Campania 1 e patisce la sconfitta di Sandra Mastella nell’uniniminale per mano di Danila De Lucia che non gli permette di scalare nel listino proporzionale. Il Rosatellum e il suo diabolico funzionamento hanno impedito al patron della Lazio di entrare in Parlamento.
