Il tourbillon scatenato dalle dichiarazioni, improvvide, dell’assessore Serluca a proposito del bene confiscato alla camorra a contrada Olivola e relative code polemiche circa le parole usate dal Vicesindaco a proposito di una impossibilità a contrastare il malaffare criminale a Benevento. L’Assessore alle Finanze è di certo il personaggio più emblematico della giunta, sindaco a parte. In meno di un paio di mesi ha collezionato ben due richieste di dimissioni, la prima chiesta dal PD per la sua partecipazione azionaria in una spin off dell’Università e relativi sospetti di conflitto di interessi, per non avere detto tutto sul suo ruolo in quella spin off, la seconda ieri da Altrabenevento e Libera. Ovviamente resterà al suo posto. Nelle ore successive all’intervista rilasciata alla stampa, Maria Carmela Serluca ha cercato di articolare meglio il suo pensiero. Noi lo abbiamo raccolto e proposto fedelmente nel nostro telegiornale. Sostanzialmente la Serluca argomenta la ragione delle sue affermazioni. “La mia affermazione è riferita solo ed esclusivamente ad una situazione in cui l’istituzione si è dovuta arrendere di fronte ad un percorso virtuoso cominciato anni fa contro la criminalità. Il fatto stesso di non aver potuto dar seguito a quanto immaginato e costruito mi angoscia. Devo purtroppo prenderne atto, precisando di aver fortemente voluto acquisire il bene anche e soprattutto per il valore simbolico e collaborativo delle istituzioni. Quanto fatto fino ad ora dimostra il tenace interessamento al bene. Nelle mie parole non si può leggere però una resa delle istituzioni rispetto a concetti più generali è purtroppo una presa d’atto delle condizione in cui si trova oggi il bene da me personalmente verificate insieme all’agenzia dei beni confiscati. Mai messo in discussione l’impegno e la dedizione di quanti si impegnano nella lotta contro la criminalità, delle forze dell’ordine e della magistratura di cui ne ho sempre apprezzato il lavoro”.
