“Faremo dieci liste e tutte agguerrite”. Mastella sempre più immerso nella campagna elettorale anche se l’allungamento ad ottobre, probabilmente, non lo favorirà. I suoi avversari si stanno organizzando e allestendo i tavoli tematici che poi comporranno il quadro del programma da produrre per l’alternativa alla sua gestione della cosa pubblica. Lui perde Mosè Principe, ma con Claudio mai dire mai, nel senso che le piroette col vulcanico ex assessore di Pepe sono sempre dietro l’angolo. Dentro Raffaele Tibaldi che però non si candiderà. La sua una scelta anche al sapore dell’amarcord. Il sindaco gli ha affidato l’incarico di comporre una lista importante e lui lavorerà ad un progetto anche ambizioso: costruire una proposta socialista insieme al PSI e a pezzi di quel che fu il Nuovo PSI col fido Zarro al suo fianco. Sarà l’ala sinistra dello schieramenmto mastelliano se ancora è possibile fare discorsi da vecchio stampo politico dinanzi al procedere di tempi asfittici di riferimenti ideali. Tibaldi, riluttante sino all’ultimo, ha poi accolto la proposta anche se Mastella lo aveva cooptato sin da gennaio. 
Nel frattempo, dal frastagliato universo del centrodestra, si attende il vertice di domani sera alle 19 all’Hotel Traiano. L’ennesimo tentativo di cavare il ragno dal buco, quella unità di intenti che appare complicato raggiungere. “Condicio sine qua non” il passo indietro sulle candidature, l’azzeramento delle velleità di partito, che equivale per Forza Italia ringraziare del disturbo Lucio Lonardo e per Fratelli d’Italia rallentare nell’opera di convincimento, difficile, di Sandro D’Alessandro. I prodromi del vertice, sempre che si farà, non sembrano beneauguranti. Ognuno è saldamente arroccato sulle proprie posizioni e non sembrano apparire all’orizzonte sherpa capaci di avvicinare le parti.
