Il day after la venuta del segretario regionale del PD Annunziata. In cauda venenum, si potrebbe dire, perchè al di la delle pacifiche affabulazioni dello stesso Annunziata e la ormai trita ripetizione della reiterazione del Metodo, parola che non piace ad Annunziata ma è lo schema delle Regionali, e di un ambiguo richiamo ad un ecumenismo del centrosinistra che appare davvero difficile da immaginare, la parte finale del comiunicato del segretario fa riferimento ad un fatto politico che obbliga i nuovi mastelliani ad un impegno preciso: favorire la conclusione naturale della consiliatura, cosa che per De Pierro, Del Vecchio e Lepore è scontato, ma pare non esserlo per Annunziata che ha ritenuto importante sottolinesarlo nel documento stesso. Che nella segretezza della sala giunta di Palazzo Mosti sia stato quasi imposto ai tre, come all’altro gruppo Dem, che però fa spallucce, non solo l’astensione ma addirittura un voto favorevole sui bilanci? Qualche volto tirato, ieri pomeriggio, lo si è notato e non sarebbe stato lecito attenderselo visto che da tempo il dado è tratto ed ognuno dei tre dissidenti del PD sannita ha scelto da che parte stare e cioè dalla parte di De Luca e in misura maggiore da quella di Mastella per il quale sono chiamati a fare la lista. Lo vedremo il 22. Mastella, che una maggioranza, per il penultimo step prima del rompete le righe, dice di averla già.
Mastella sindaco e non politico è la chicca di fine settimana ma il Primo Cittadino, intervenuto a Pezzapiana per la questione del pozzo del Biferno, è istrionico, oltre che Ceppalonico, e incassa ciò cui ambisce anche a costo di trasformare Palazzo Mosti in un comitato elettorale permanente ma è l’ultimo dei suoi pensieri; la forma, si sa, è anche sostanza e allora vince lui e se poi vince qualcuno dei tre è solo consequenzialità.
