La vicenda dell’arresto di Carmine Valentino, come è prevedibile, segna questo delicato passaggio politico. L’ex sindaco di Sant’Agata, “congelato” dopo la rovinosa sconfitta elettorale di un anno fa nella sua città” in un ruolo ambiguo nella nomenklatura decariana, blindato da un quadrumvirato ha rassegnato le dimissioni. Da Roma la Segreteria Nazionale non ha perso tempo e ha designato come commissario della federazione dem del Sannio Enrico Borghi, deputato, responsabile Politiche per la Sicurezza della segreteria nazionale Pd e membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Borghi traghetterà la federazione fino al congresso che con molta probabilità dovrebbe celebrarsi a questo punto anche prima delle Provinciali che sono in previsione per dicembre. Stamattina una conferenza stampa organizzata in fretta e furia e nella quale, ovviamente, la nomenklatura ha provveduto a sgombrare il campo da facili connessioni tra la vicenda giudiziaria che ha travolto il segretario e l’impegno elettorale beneventano. “Siamo sereni e tranquilli e sicuri che la giustizia farà il suo corso”, dice Antonella Pepe, coordinatrice della segreteria dem. “L’impegno per le Amministrative prosegue senza tentennamenti ed ogni accostamento che si vorrà operare tra questa vicenda e la campagna elettorale è destituito di ogni fondamento”. Antonella Pepe tiene a sottolineare che l’inchiesta, che risale al 2017, investe questioni prettamente santagatesi e non inerisce la funzione di Valentino come segretario del partito. Appare evidente, tuttavia, che la bomba esplosa stamane non possa non avere riverberi in una già virulenta campagna elettorale. Mastella preferisce con commentare. Il sindaco ha risposto ad una intervista che si tratta di fatti che lo toccano personalmente, ricorda le sue vicende giudiziarie, e che quindi non intende prendere posizione augurando a Valentino di chiarire la sua posizione. Non si sa se seguiranno questa linea quelli di Essere Democratici che sulla questione della posizione di Carmine Valentino nel ruolo di segretario avevano espresso critiche assai pesanti quando non vere e proprie scorribande a colpi di comunicati stampa. Per la verità, anche da questa tribuna, abbiamo espresso più di una perplessità circa la decisione decariana di cristallizzare un segretario uscito sconfitto e in modo pesantissimo da una tornata elettorale, anche grazie a manovre assai poco ortodosse per arrivare a deporre il sindaco Piccoli un tempo suo delfino designato. Non ci è mai sembrato cosa opportuna ma politicamente, forse, aveva una sua ragione profonda, epperò bisognerebbe chiederlo a De Caro che da molto tempo di questioni terragne e politicamente beneventane non intende parlare.
