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Montesarchio| Tentato omicidio De Blasio, per la Suprema Corte di Cassazione tre anni di carcere sono troppi

Montesarchio| Tentato omicidio De Blasio, per la Suprema Corte di Cassazione tre anni di carcere sono troppi

14 Settembre 2018 | by Anna Liguori
Montesarchio| Tentato omicidio De Blasio, per la Suprema Corte di Cassazione tre anni di carcere sono troppi
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A Montesarchio il 27 gennaio 2016 De Blasio Giuseppe (classe 84), sparando all’impazzata con una pistola a tamburo, colpì prima lo zio di striscio alla gamba, poi il cugino con quattro di pistola alla pancia.

Ad essere attinti dai colpi di pistola furono l’omonimo De Blasio Giuseppe (classe 54) e De Blasio Matteo. A scatenare l’ira dello sparatore una precedente lite tra il di lui padre e lo zio poi attinto.

Immediata la adozione della custodia cautelare in carcere prima e degli arresti domiciliari poi, misure restrittive, durate un anno e nove mesi, imposte nei confronti di colui che, solo per circostanze fortuite ed errori di mira, non si rese protagonista di un duplice omicidio ai danni di stretti parenti, aggravato pure da futili motivi.

Instaurato il giudizio abbreviato, il processo si concluse in data 11.11.16 innanzi al Gup presso il Tribunale di Benevento – dott. R. Melone – con la condanna dell’imputato alla mite pena di anni quattro, ulteriormente ridotta in data 16.06.17 dalla Corte di appello di Napoli – V sezione penale – alla sola pena totale di anni tre di reclusione, condanna questa che comprendeva sia il delitto di tentato omicidio che quello di porto in luogo pubblico di una arma da fuoco.

Ma la più grande sorpresa è arrivata all’esito del giudizio di cassazione. In accoglimento delle tesi formulate dagli avvocati Dario Vannetiello del Foro di Napoli e Vincenzo Sguera del Foro di Benevento, I la prima sezione penale della Suprema Corte, pur a fronte della richiesta del Procuratore Generale di dichiarare inammissibile il ricorso proposto, ha annullato la sentenza di condanna, disponendo un nuovo giudizio innanzi a diversa sezione della Corte di appello di Napoli, con l’effetto di evitare un nuovo arresto di chi quel giorno perse i lumi della ragione sparando ai propri parenti per banali motivi.

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