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Coldiretti:  è allarme di crimini alimentari

Coldiretti: è allarme di crimini alimentari

6 Luglio 2015 | by Anna Liguori
Coldiretti:  è allarme di crimini alimentari
Attualità
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Il 65 per cento degli italiani ritiene che la crisi abbia fatto aumentare i rischi ed è in allarme per i crimini alimentari. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia peraltro che ben il 12 per cento dichiara di esserne stato vittima. Una paura confermata purtroppo dalla realtà poiché secondo le elaborazioni Coldiretti dall’inizio della crisi sono aumentate del 183 per cento le frodi alimentari, sulla base dei dati sui sequestri di prodotti adulterati e contraffatti effettuati dai Carabinieri dei Nas nel periodo compreso tra il 2008 e il 2014. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano però la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire – sottolinea la Coldiretti – dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata e di garantire la tracciabilità degli scambi commerciali. Sotto accusa per un italiano su cinque sono i cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma – denuncia la Coldiretti – possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri.

A preoccupare il 21 per cento è invece l’apertura delle frontiere con l’arrivo di alimenti che vengono da Paesi lontani con diverse condizioni sanitarie e produttive, ma che – sostiene la Coldiretti – non possono essere ben identificati sugli scaffali per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura di origine. L’agricoltura e l’alimentare – conclude la Coldiretti – sono considerati aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone in termini economici e salutistici. Il business delle Agromafie ha raggiunto i 15,4 miliardi di euro nel 2014 secondo il rapporto Coldiretti/Eurispes.

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