“Ci sarà una ragione se la maggioranza degli italiani vota a destra. Il Pd attuale non arriva a un certo quoziente di consenso. Serve altro…” Clemente Mastella non ha dubbi: il fermento di questi giorni al centro, con i cattolico-democratici riuniti a Milano e i riformisti del Pd tornati in movimento a Orvieto, tutti in pressing su Elly Schlein, non ha senso se non porta a qualcosa di concreto, ovvero alla nascita di una nuova Margherita, la gamba che di fatto manca alla coalizione progressista.
Democristiano doc (fu uno degli uomini più vicini a Ciriaco De Mita), oggi sindaco di Benevento, l’ex Guardasigilli dell’ultimo governo Prodi è convinto che “se la questione di cui si parla in questi giorni riguarda solo la prospettiva del Pd, non susciterà nessun entusiasmo fuori”.
Cosa diversa, invece, se si fa qualcosa di nuovo, di strutturato: “La cosa che può interessare è dar vita a una Margherita nuova”. Una Margherita 2.0? “Meglio una Margherita 25”, per l’anno appena iniziato, un soggetto politico che “può recuperare voti”, taglia corto con l’Adnkronos Mastella che ribadisce: “Il Pd oggi non riesce a superare più un tot di consensi, bisogna guardare oltre”.