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Indagine Istat, si fuma di meno ma si beve di più

Indagine Istat, si fuma di meno ma si beve di più

5 Agosto 2016 | by Anna Liguori
Indagine Istat, si fuma di meno ma si beve di più
Attualità
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ROMA – La lotta alle sigarette in Italia comincia a produrre effetti positivi, ma resta molto da fare per frenare l’obesità e l’abuso di alcol. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Istat, secondo cui gli italiani fumano meno rispetto al passato ma allo stesso tempo svolgono meno attività fisica e registrano un aumento di peso. Secondo i dati, relativi al 2015, il connubio sedentarietà-obesità rappresenta un rischio per la salute per oltre metà degli adulti (52%).
L’esempio delle famiglie – Lo studio evidenzia il forte ruolo delle famiglie nella promozione di uno stile di vita salutare nei confronti delle nuove generazioni. Fuma il 30,2% dei giovani fino a 24 anni che vivono con genitori fumatori (solo l’11,9% se nessun genitore fuma), mentre il 48,4% dei giovani è sedentario se lo sono anche i genitori (7,7% se i genitori non lo sono). Dati molto simili sono stati registrati anche sul fronte dell’eccesso di peso e del consumo non moderato di alcol.

I fumatori italiani – Sul fronte delle “bionde”, nel 2015, il 19,6% della popolazione italiana sopra i 14 anni ha dichiarato di essere fumatore (circa 10 milioni e 300mila persone), il 22,8% di aver fumato in passato e il 56,3% di non aver mai fumato. La quota più elevata di fumatori si ha nella fascia di età 25-34 anni (33,0%), quella di fumatrici nella classe di età 55-59 anni (20,8%).

Problemi di peso – Cifre più preoccupanti quelle relative all’obesità: sempre nel 2015, il 45,1% della popolazione maggiorenne ha registrato peso corporeo in eccesso (35,3% in sovrappeso, 9,8% obeso), mentre il 51,8% è risultato in condizione di normopeso e soltanto il 3% in sottopeso. L’eccesso di peso si diffonde con tendenza crescente nel tempo, soprattutto tra i maschi (da 51,2% nel 2001 a 54,8% nel 2015). I bambini e gli adolescenti in eccesso di peso raggiungono la quota considerevole del 24,9% nel biennio 2014-2015, con forti differenze di genere (28,3% maschi, 21,3% femmine).

Alcol e sedentarietà – Stando ai dati, il 15,7% della popolazione ha comportamenti di consumo di alcol che eccedono le raccomandazioni per non incorrere in problemi di salute. Questi comportamenti si osservano più frequentemente tra gli over 65 (il 36,4% degli uomini e il 9% delle donne). Tanti anche tra i giovani 18-24enni (23,1% e 9,1%) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (22,4% e 15,6%). Per quanto riguarda la sedentarietà, nel 2015 circa 23.524.000 persone ha dichiarato di non praticare sport o attività fisica nel tempo libero. Anche su questo fronte, sono notevoli le differenze di genere: è sedentario il 44,3% delle donne contro il 35,1% degli uomini.

Infine esistono le categorie dei “Baby dipendenti da tutto”: droga, alcol e anche da cibo, con il «binge eating», le grandi abbuffate compulsive fatte a tempo di record. Sommando i dati di studi e statistiche sono ben 2 milioni gli adolescenti italiani dai 12 ai 19 anni che si fanno di sostanze ed alcolici o che soffrono di disturbi alimentari. E chi il problema lo affronta sul campo, nei pronto soccorso o nei centri di neuropsichiatria infantile, denuncia che l’età si sta pericolosamente abbassando, con ragazzini di appena 12 anni, a volte anche meno, che accusano disturbi del comportamento causati da qualche forma di dipendenza.

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