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Due pazienti Covid “clinicamente guariti” trasferiti alla Gepos di Telese. Il sindaco: “Trasferimento senza alcuna comunicazione”

Due pazienti Covid “clinicamente guariti” trasferiti alla Gepos di Telese. Il sindaco: “Trasferimento senza alcuna comunicazione”

6 Aprile 2020 | by redazione Labtv
Due pazienti Covid “clinicamente guariti” trasferiti alla Gepos di Telese. Il sindaco: “Trasferimento senza alcuna comunicazione”
Attualità
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Due pazienti clinicamente guariti dal Covid-19 e fino ad ora ricoverati al San Pio trasferiti alla Casa di Cura Gepos di Telese Terme. La comunicazione arriva direttamente dalla Clinica e si basa su un accordo regionale in merito alla gestione sanitaria dell’epidemia. La Clinica ha sottoposto ad indagine i propri dipendenti, con test sierologici. Il sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano,  – si legge nella nota – era già a conoscenza dell’accordo ed ora nessuna comunicazione di blocco della presa in carico è giunto alla Casa di Cura. Il sindaco del centro telesino, poco prima della divulgazione del comunicato – aveva espresso il suo rammarico sulla pagina facebook: “Esprimo il mio rammarico per il trasferimento alla Clinica Gepos, senza che alcuna comunicazione sia pervenuta al Comune di Telese Terme, di due pazienti Covid attualmente guariti e per i quali sarà effettuato un ulteriore tampone per essere dimessi”.  Trasferimento che è avvenuto nonostanti avessi chiesto al Prefetto e all’ASL di Benevento rassicurazioni sulla sussistenza di tutte le caratteristiche tecniche e sanitaritare a tutela dei cittadini al fine di evitare la propagazione del contaqgio. In quella nota sottolineavo anche che le strutture di sanità privata a Telese Terme fossero utilizzate solo in caso di saturazione dei posti di quella pubblica. Poco fa, nell’incontrare il Direttore generale dell’AO San Pio, ho ricevuto rassicurazione che non saranno predisposti ulteriori trasferimenti fino a quando la struttura pubblica non avrà più posti disponibili per accogliere pazienti positivi al Covid 19. Abbiamo inoltre chiesto alla task force regionale che le cliniche venissero utilizzate per pazienti non Covid in maniera da poter aiutare l’AO San Pio

“I nostri sforzi – ha precisato invece  il presidente del Gruppo De Vizia Sanità,  Antonio De Vizia – sono stati orientati verso una triplice direzione: assicurare la migliore cura ai pazienti; la sicurezza degli stessi e degli operatori; per tale via la sicurezza del territorio e dell’intera popolazione telesina. Lo abbiamo fatto mettendo in campo risorse personali per dotarci del meglio, nello spirito di lungimiranza e di anticipo, che guidano da sempre la nostra personale visione della pratica sanitaria”.

Il direttore sanitario della Casa di Cura, Davide Castrianni, con fermezza, infatti, ha tenuto a ribadire il profilo della sicurezza perseguito per i pazienti e per gli operatori sanitari come lui: “Specifico come le procedure di gestione dei rischi adottate siano state sviluppate osservando tutte le normative esistenti, alla luce delle evidenze scientifiche a oggi presenti in letteratura. Uno è stato il principio guida: la massima precauzione, sia per gli addetti che per gli utenti. Inoltre, i protocolli di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) sono stati sviluppati seguendo le linee guida degli Ospedali a più alta intensità di cura, quali ad esempio il Cotugno di Napoli, negli ultimi giorni riconosciuto da più parti come uno dei nosocomi coi protocolli antiCovid19 migliori di Europa. Un solo esempio: tutti gli operatori saranno forniti di due camici di protezione (il protocollo ne richiede uno) oltre ai dispositivi per la protezione delle vie aeree, degli occhi, degli arti superiori e inferiori. Il personale è stato addestrato ad affrontare ogni possibile scenario”.

Con determinazione anche la dottoressa Angelina Aufiero, responsabile Gestione Qualità e Servizi Generali, ha tenuto a sottolineare: “In collaborazione col direttore sanitario, con il personale medico e infermieristico abbiamo lavorato incessantemente all’individuazione dei percorsi, ben differenziati,  capaci di garantire la massima sicurezza dei pazienti e degli operatori, a tutela non solo degli stessi ma della Comunità. Gli operatori e le loro famiglie sono per la stragrande maggioranza residenti della Valle Telesina. Sono i primi a esigere sicurezza e ad agire per il bene proprio e dei propri cari. Mi sento, in virtù delle mie specifiche competenze professionali, in grado di rassicurare: come si è tutelati qui credo sia difficile essere tutelati altrove “.

E poi la voce di chi è in prima linea, gli operatori sanitari. E’ stata la caposala Ketty Ianniello a parlare per tutti loro: “In questo momento di emergenza sanitaria nazionale, la Gepos dà il proprio contributo. Mi faccio portavoce di tutto il personale, sanitario e no, unito in questa battaglia. I pazienti che saranno ricoverati presso la nostra struttura troveranno le figure professionali ma soprattutto troveranno le Persone, in grado di colmare la mancanza di affetto dei familiari, impossibilitati a stargli vicino. Il nostro lavoro è una missione, come sono solita dire ‘occorre pathos’. Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo”.

Si definisce clinicamente guarito da Covid-19, un paziente che, dopo aver presentato manifestazioni cliniche (febbre, rinite, tosse, mal di gola, eventualmente dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria) associate all’infezione virologicamente documentata da SARS-CoV-2, diventa asintomatico per risoluzione della sintomatologia clinica presentata. Il soggetto clinicamente guarito può risultare ancora positivo al test per la ricerca di SARS-CoV-2.

Il paziente guarito è colui il quale risolve i sintomi dell’infezione da Covid-19 e che risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-2.

 

 

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