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“La Cacciata degli Angeli ribelli dal Paradiso” il dramma sacro in onore di San Michele, l’8 maggio a Tufo

“La Cacciata degli Angeli ribelli dal Paradiso” il dramma sacro in onore di San Michele, l’8 maggio a Tufo

2 Maggio 2025 | by redazione Labtv
“La Cacciata degli Angeli ribelli dal Paradiso” il dramma sacro in onore di San Michele, l’8 maggio a Tufo
Cultura
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La comunità di Tufo si prepara a vivere un momento di cultura e fede con la messa in scena del dramma sacro dedicato a San Michele Arcangelo. L’appuntamento è per giovedì 8 maggio alle ore 20:00 in Piazza Umberto I.

Il dramma sacro “La Cacciata degli Angeli ribelli dal Paradiso” viene portato in scena annualmente in occasione dei festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo, che si tengono, tradizionalmente, l’8 maggio.

La rappresentazione, della durata di un’ora circa, si caratterizza per un palco a due piani, rappresentanti, rispettivamente, il Paradiso e l’Inferno. I personaggi sono venti: un bambino – San Michele; quattro bambine – angeli; quindici personaggi maschili – diavoli (sei demoni, cinque principi infernali, Lucifero, Pluto, Gran Cerimoniere, Imperatore Infernale).

Il testo, giuntoci in forma anonima, presenta delle interessanti caratteristiche prosimetriche, alternando prosa, versi e canti. Il susseguirsi delle varie scene, che vedono vicendevolmente protagonisti angeli e demoni, scandisce un crescendo drammatico fino allo scontro finale, allorché i diavoli tentano l’ascesa al cielo, capeggiati dal loro Imperatore, e vengono ricacciati da San Michele Arcangelo. Il dramma si chiude con il canto finale “Salve o Invitto”, il lamento di Lucifero e la preghiera del Santo.

L’elemento culturale è praticato da volontari appartenenti alla comunità, coordinati da un comitato annualmente costituito in seno alla Parrocchia “Santa Maria Assunta”.

Interessante sottolineare come la natura dei personaggi richiesti dal copione porti ad una partecipazione trasversale sia sul piano generazionale, sia socio-culturale, coinvolgendo bambini e bambine, ragazzi e adulti. Si registra la presenza di tufesi residenti fuori regione e/o addirittura all’estero che, annualmente, ritornano in occasione della festa patronale, proprio al fine di prendere parte al dramma sacro in qualità di attori.

L’ “Opera di San Michele” – come viene popolarmente definita – viene portata in scena sin dal primo quarto del Novecento, come testimoniato dalla memoria collettiva locale: le fotografie più antiche risalgono al finire degli anni Quaranta.

Il testo nacque nell’ambito di un vivace laboratorio culturale e religioso che caratterizzò Tufo già nel primo quarto del XX secolo. Nello stesso periodo, infatti, venne portata in scena anche “L’Opera di Sant’Antonio” (tradizione, quest’ultima, tuttavia, caduta in disuso). La trasmissione è avvenuta sfruttando i canali dell’oralità e della trascrizione, giungendo all’attuale copione. Annualmente la parrocchia incarica uno o più responsabili col compito di selezionare gli attori, coordinare le prove e trasmettere le abilità necessarie alla messa in scena alle nuove generazioni.

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