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I lavoratori ex Consorzi scrivono al Prefetto: “Gravissimi disagi”

I lavoratori ex Consorzi scrivono al Prefetto: “Gravissimi disagi”

16 Agosto 2016 | by redazione Labtv
I lavoratori ex Consorzi scrivono al Prefetto: “Gravissimi disagi”
Politica
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BENEVENTO – La vicenda lavoratori degli ex Consorzi va avanti e proprio in mattinata – tramite il loro rappresentante Piero Mancini – inviano una lettera al Prefetto Paola Galeone: “Sono costretto a questa iniziativa per segnalare i gravissimi disagi, oltre che dispendio economico, che nei prossimi quattro mesi dovrebbero subire un centinaio di dipendenti degli ex Consorzi Bn1, Bn2 e Bn3, a causa di uno sconclusionato provvedimento posto in essere dalla Regione Campania.

Il prossimo 22 agosto in prefettura sono stati convocati i sindacati, i tre Commissari liquidatori e un funzionario della Regione. I lavoratori, quel giorno, faranno sentire la propria profonda ira per le incredibili e inaccettabili decisioni prese dalla Regione che costringerebbe, in modo cervellotico e assurdo, tanti lavoratori a percorrere centinaia di Km al giorno per frequentare i famosi corsi di riqualificazione.

Come ciò sia potuto accadere è inspiegabile. Le domande che ci siamo fatti dopo aver letto le sedici pagine dell’allegato a documento cub in pdf, pubblicate sul portale della Regione Campania, sono state:

1° Come mai nessun corso è stato organizzato a Benevento? Chè, forse, in città non vi sia alcuna delle previste scuole di formazione professionale convenzionate con la Regione?

Abbiamo scoperto che ve ne sono. Una è attiva, addirittura, dal lontano 1986!

2° Per quale recondito motivo, motu proprio, la Regione ha cambiato le qualifiche, codificate nel CCLN Federambiente con i relativi livelli, dei dipendenti, che pure le avevano ben specificate all’atto di riempire i moduli per aderire, tramite la piattaforma regionale, ai corsi in questione?  Ciò è legale? 

Si è venuta a creare, in questo modo, una forte disparità tra i lavoratori, con le stesse qualifiche e che hanno operato nello stesso Consorzio.  Per questo – continua la missiva -, come se fossero dei pacchi postali, sono stati spediti in diversi comuni di altre province: Avellino, Salerno, Atripalda e perfino nel piccolo comune di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta.

Perchè a Piedimonte non sono stati mandati i casertani? Perchè ad Atripalda non sono stati mandati gli avellinesi?

Siamo forse noi lavoratori sanniti i fessi della situazione? Mi scusi per la parola poco elegante, ma fotografa benissimo questa incredibile vicenda!

Si è venuta a creare una situazione veramente assurda, che deve essere sanata quanto prima. Per il bene di tutti. Non ci vuole grande intelligenza per capire che operatori di terzo livello, che per dieci anni sono stati utilizzati, come previsto dal contratto, come raccoglitori porta a porta di varie frazioni di rifiuti, non possono, non avendone titolo, partecipare ad un corso riservato ai “tecnici della progettazione impianti trattamento smaltimento rifiuti e valutazione di impatto ambientale”.

Tanto per capirci: impianti di compostaggio come quello di Molinara o lo Stir di Casalduni.  Dalla laurea breve siamo passati a quella istantanea, senza passare nemmeno per le scuole superiori? Un miracolo che solo in Regione Campania può avvenire. Tanto in quel palazzo succede di tutto.  Lo segnaleremo al Guiness dei primati. Oltre che, ovviamente, alla Procura della Repubblica di Napoli. Una decina di persone, dipendenti dei Consorzi Bn1 e Bn3, con una scolarità molto bassa, a volte conseguita in scuola serale, spedite ad Atripalda, ( Av ), per far cosa?  Forse per permettere all’istituto Euroformazione di spartirsi una fetta della torta?  Ma i corsi servono a riqualificare i lavoratori o alle scuole di formazione private che mangiano risorse pubbliche? Analogo il caso degli operatori sbattutti addirittura in un piccolo paese di montagna. Da Benevento per arrivare a Piedimonte Matese bisogna fare tanta strada. Da sei anni non percepiamo lo stipendio, né alcun tipo di ammortizzatore sociale. Gli uffici della Regione dovrebbero ben saperlo. Dove li prendiamo i soldi per recarci, ogni giorno, tanto lontano? In Regione si guadagna tanto. Per questo hanno perso il senso della misura. Non sanno che per molti lavoratori l’automobile è diventato un “lusso” che, da molto tempo, non si possono più permettere.

Le chiedo, pubblicamente, di fare i necessari passaggi in Regione per riportare la necessaria serenità in tante famiglie già molto provate da tanti anni di stress e sacrifici.

Sono stati tanti gli schiaffi subiti dalle istituzioni, in questi sei anni. Non ci meritiamo anche questo ulteriore e violento ceffone della Regione.  Forse questa vicenda costringerà molti lavoratori a smetterla con le private e inconcludenti lamentele. Bisogna immediatamente attivarsi, tutti uniti, per mettere in campo la necessaria e vigorosa presa di posizione per salvaguardare i nostri diritti. Da tutti calpestati, con noncuranza. Perchè, come è comprensibile, ora si è veramente esagerato, superando l’umana sopportazione”.

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