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Confapi, Solimene: «Io sto con De Caro»

Confapi, Solimene: «Io sto con De Caro»

5 Settembre 2016 | by redazione Labtv
Confapi, Solimene: «Io sto con De Caro»
Politica
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AVELLINO – La presidenza della Confapi Avellino esprime tutta la sua preoccupazione per i fatti che stanno accadendo In questi giorni di assoluto impazzimento politico, dichiara il presidente Giuseppe Antonio Solimine: «Leggo a delle posizioni incomprensibili,inspiegabile, senza voler alimentare polemiche ritengo di dover richiamare tutti ad una maggiore e più lucida analisi dei fatti che stanno accadendo in questa provincia.Sindaci l’ uno contro l’altro armati,.politici della prima ora e dell’ultima ora che fanno il tifo per questa fazione o per un’altra,una sola domanda, è proprio questo che i cittadini hanno chiesto nel momento che hanno espresso il voto? la gente ha dato il consenso elettorale affinchè i propri rappresentanti unissero gli interessi dei cittadini avrebbero dovuto unire e non dividere questo non stà accadendo almeno stante le cronache di questi giorni e le polemiche feroci che ne sono scaturite. I cittadini hanno chiesto di essere rappresentati al meglio, di salvaguardare le comunità; non hanno certamente richiesto di disgregare e frantumare il tessuto politico irpino. Questo modo di fare è pura follia politica, quello che stà accadendo è di una gravità inaudita, un territorio, ridotto ad un campo di battaglia, con guerre fratricide e per bande. la politica , non esiste più. Sono finiti i tempi del confronto pur aspro ma costruttivo. In queste condizioni, gli attuali amministratori sono tutti responsabili di questo scempio. Si dovranno assumere la responsabilità politica e morale di questo terremoto delle coscienze che ci stà facendo diventare la provincia più rissosa della Campania.Questa politica è incapace di ascoltare non ha più voglia di confrontarsi e le comunità sono diventate solo lo strumento per qualcuno a giochi che nulla hanno a che vedere con il mandato elettorale ricevuto.In questo momento io sono con Umberto Basso De caro,difendo e condivido il suo tentativo di ripristinare delle regole, in un gioco ormai diventato anarchico, le regole sono state miseramente cambiate nel corso della partita,l’aggravante peraltro stà nel fatto che chi arbitra la partita è di parte. La partita è palesemente truccata. Se il popolo Irpino riscopre la sua proverbiale capacità di analisi, questa partita è da assegnare con un secco tre a zero a tavolino, decretando la vittoria di crede ancora nella rappresentanza e nella sovranità della comunità. quali sono stati i criteri adottati per legittimare Le scelte dei primi cittadini se aderire ad un disegno e/o una diversa appartenenza territoriale,quello che è avvenuto è un atto gravissimo, sindaci, hanno deciso con atti di giunta di spostare l’asse territoriale facendo di fatto un uso e un abuso del proprio mandato elettorale lo potevano fare senza ascoltare la propria comunità? penso di no.
Confapi Avellino – continua – denuncia questo caos istituzionale ed invita tutti a trovare maggiore serenità e a recuperare sovranità istituzionale nell’interesse delle comunità Irpine. oggi sono ancora una volta vengono mortificate da scelte illogiche e di appartenenza politica partitica. La politica deve programmare non deve imporre deve coordinare non deve gestire. I progetti non possono essere o avere colore politico l’errore stà proprio in questo aver trasformato una opportunità di crescita in un’appartenenza politica.
La politica deve mediare non deve dividere,la politica deve rappresentare gli interessi dei cittadini e non di singoli gruppi.
Si potrebbe dire “nessuno ammazzi Caino” ma anche che Abele ha diritto di vivere, l’Irpinia ha diritto di vivere.
La programmazione di un territorio deve avvenire non nel segreto di alcune stanze ma pubblicamente e gli artefici dello sviluppo, gli imprenditori hanno il diritto di dire la loro.
La politica faccia quello che gli compete e lasciasse a chi produce il compito di determinare, concretamente, sia le strategie che gli investimenti;al fine poter raggiungere risultati di crescita e di sviluppo. Solo in questo modo le energie migliori, i nostri giovani, avranno una speranza, altrimenti questa è una provincia destinata a morire. Noi ci batteremo affinchè questo non accada».

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