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Avellino| Nuovo Clan Partenio, i vertici restano in carcere

Avellino| Nuovo Clan Partenio, i vertici restano in carcere

5 Novembre 2019 | by Redazione Av
Avellino| Nuovo Clan Partenio, i vertici restano in carcere
Cronaca
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Partenio 2.0”, il Tribunale del Riesame conferma le misure cautelari per 11 dei 23 indagati arrestati lo scorso 14 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sulla presunta ricostituzione di un nuovo clan Partenio con tentacoli su Avellino, il suo Hinterland e l’Alta Irpinia. Unico scarcerato è Giuseppe Durante che era ai domiciliari.

Pasquale Galdieri, detto ‘O Milord, presunto capo dell’organizzazione criminale, e suo fratello Nicola, hanno rinunciato al Riesame. Restano in carcere, dunque, insieme a Carlo Dello Russo, Diego Bocciero, Antonio Matarazzo, Antonio Taccone, Ludovico Nittolo, Filippo Chiauzzi, Carmine Valentino, Luigi De Simone e Franco Ambrosone. Tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico, usura ed estorsione. Regge, quindi, l’impianto accusatorio costruito dai pm della Direzione distrettuale antimafia che, attraverso una corposa attività investigativa e di intercettazioni ambientali e telefoniche, ritiene di aver smantellato il gruppo criminale che era sorto dalle ceneri del vecchio clan guidato da Amedeo Genovese, che sta scontando l’ergastolo al 41 bis nella casa circondariale di Parma, e alleato con i Cava di Pago Vallo Lauro.

I giudici, nelle prossime ore, dovranno esprimersi sulle posizioni di Ferdinando e Pasquale Nando Bianco, Ernesto e Giuseppe Nigro, e Martino De Fazio (quest’ultimo ai domiciliari), i cui ricorsi sono stati discussi stamane. Mentre domani si procederà sui casi di Elpidio Galluccio, Angelo Genito, Giuseppe Moscariello, Mario Rosania, Giovanni Volpe e Giuliana Brogna (quest’ultima sottoposta agli arresti domiciliari).

Sempre domani, poi, al Tribunale del Riesame di Napoli ci sarà l’udienza per discutere sul sequestro dei computer, avvenuto nel corso del blitz dei carabinieri e delle perquisizioni della Guardia di Finanza, in uso a Livia Forte. La donna che gli inquirenti ritengono essere la regista dell’attività illecita legata alle aste giudiziarie pilotate.

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