Il 26 aprile si celebra la Giornata mondiale della proprietà intellettuale, evento creato dall’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, una delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite il cui compito è l’incoraggiamento dell’attività creativa e la promozione della protezione della proprietà intellettuale. La data del 26 aprile è stata scelta perché il 26 aprile 1970 entrò in vigore la prima convenzione sulla proprietà intellettuale. L’idea alla base di questa giornata è quella di conoscere il ruolo che rivestono i diritti di proprietà intellettuale (brevetti, marchi, disegni industriali, diritto d’autore – argomento che riguarda molto da vicino chi, come noi, opera nell’editoria) nel promuovere l’innovazione e la creatività.
Il tema per questa giornata è sicuramente la “Creatività digitale: reinventare la cultura”. Ci si vuole soffermare, infatti, sul futuro della cultura nell’era digitale: in quali modi si estrinseca la creatività digitale? Chi vi può accedere? Come ci si accede? E come si finanzia? Un sistema flessibile di proprietà intellettuale – dicono gli organizzatori della Giornata – può contribuire a un controllo efficace perché gli artisti e le industrie creative ricevano un giusto compenso per il loro lavoro sì che possano contribuire nella loro opera creativa.
Le opere culturali – cinema, televisione, musica, libri, arte, videogiochi e via dicendo – non conoscono frontiere, ma l’epoca del Wi-Fi sta trasformando inesorabilmente il modo in cui la cultura si crea, si distribuisce e viene fruita nei vari mercati che si espandono ben al di là dei limiti territoriali. Il fiorire della creatività digitale è un beneficio per chi la consuma: leggiamo, guardiamo e ascoltiamo le opere di moltissime persone di tutto il mondo nel luogo, nel tempo e nel modo che preferiamo.
Una nuova forma di vedere la cultura è una sfida continua a porre delle sfide e in questo senso una seria riflessione sulla flessibilità e adattabilità della proprietà intellettuale potrà condurre a un sistema che permetta a chi crea di poter essere retribuito in maniera giusta e continuare, in tal modo, a poter creare e fare cultura.