Un’imponente inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli scuote le province di Benevento e Caserta. Al centro dell’indagine, una presunta rete criminale composta da imprenditori, amministratori locali, esponenti politici, intermediari e soggetti ritenuti contigui ai clan camorristici, accusata di aver pilotato l’aggiudicazione di appalti pubblici. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere di stampo camorristico alla corruzione, passando per turbativa d’asta e riciclaggio.
L’indagine, scaturita da una serie di perquisizioni avvenute nell’autunno del 2023, si è sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle quali emergerebbero presunte “mazzette” e regali di lusso destinati a influenzare l’esito delle gare pubbliche. Tra gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti figurano quelli relativi alla raccolta rifiuti in vari comuni e i servizi di disinfestazione nelle Asl locali.
La DDA ha avanzato al GIP del Tribunale di Napoli richieste di misure cautelari nei confronti di 34 persone, la cui posizione sarà esaminata nella prima udienza prevista per la prossima settimana.
Tra gli indagati figura Nicola Ferraro, residente ad Arienzo, per il quale è stata richiesta la custodia cautelare in carcere. Domenico Romano, di Casoria, è l’unico per cui non è stata avanzata alcuna misura cautelare.
Aniello Ilario, di Rotondi, rischia il carcere, così come Angelo Ciampi, residente a San Martino Sannita, e Francesco Pietro Buonanno, di Bucciano.
Per Virgilio Emanuele Pio Damiano, di Montesarchio, è stata richiesta la misura degli arresti domiciliari.
Anche Giuseppe Ilario, di Rotondi, dovrà rispondere della sua posizione agli arresti domiciliari, così come Vittorio Fuccio, di Paolisi, e Giuseppe Guida, residente ad Arienzo.
Richiesta la custodia in carcere per Domenico Raimo, di Grumo Nevano.
Agli arresti domiciliari sono stati richiesti per Vincenzo Agizza e Anna Lanzuolo, entrambi residenti a Napoli.Anche Carlo Ciummo e Vittorio Ciummo, residenti a Cassino, rischiano la custodia in carcere.
Misura analoga è stata proposta per Paolo Onofrio, anch’egli napoletano. Per Antonio Garofalo, sempre di Napoli, la procura ha chiesto il divieto di dimora nel comune.
Mauro Marchese, residente a Milano, potrebbe finire ai domiciliari, così come Eugenia Iemmino, di Poggiomarino.
Domiciliari anche per Massimo Cirillo, di Torre del Greco, e Luigi Bosco, di Casapulla. Per i fratelli Roberto e Barbara Fiocco, residenti a Roma, è stato proposto il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno.
Amedeo Blasotti, di Casoria, rischia il divieto di dimora a Caserta. Richiesta la custodia in carcere per Luigi Grimaldi, di Frattamaggiore, e Antonio Moraca, di Capua, insieme a Giuseppe Rubino, Felice Foresta e Antonio Montanino, tutti della stessa zona.
Anche Luigi Rea e Giuseppe Rea, di Caserta, rischiano la misura del carcere, assieme a Silvio Rea, Paolo Verolla e Nicola Mottola, tutti residenti a Lusciano.
Infine, per Pietropaolo Ferraiuolo, di Casal di Principe, è stato chiesto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di dimora nelle province di Caserta e Benevento.
Le misure cautelari richieste dovranno ora essere valutate dal giudice per le indagini preliminari, che esaminerà le richieste dopo gli interrogatori preventivi, previsti a partire da lunedì prossimo.
E’ importante sottolineare che gli indagati sono considerati innocenti fino a una eventuale sentenza di condanna irrevocabile.