Dietro la staccionata, la via per l’emiciclo è bandita. E’ li che da oggi e si presume per il resto della consiliatura, del doman non v’è mai certezza, è stata relegata la stampa, sempre più esigua, che generalmente segue i lavori del Consiglio comunale. Dall’ultraiconostasi chi vorrà raccontare le “gesta” dei consiglieri e della giunta è da quella posizione che dovrà farlo, con tutte le difficoltà del caso; prendi per esempio gli operatori televisivi o anche i fotografi che avrebbero bisogno di lavorare più da presso i protagonisti e non a distanza dovendo per forza utilizzare molto lo zoom per non operare in campo lungo.
Ma sosrvolando sul dettaglio tecnico, che per chi ha voluto questa novità non ha alcun valore, è invece il senso che se ne trae da tutto ciò che conta e cioè che la stampa, almeno quella più indigesta, se ne stia alla larga e che se possibile esca dai radar. L’idea di una sala stampa, se si farà, non è stata escogitata per favorire il lavoro di quei giornalisti ma al contrario per allontanarli sempre di più, per impedirgli di assistere de visu, che è poi il sale del lavoro del cronista.
Se ci fosse una associazione della stampa avremmo a chi rivolgerci e se ci fosse un Ordine degno di questo nome sapremmo come far valere i diritti elementari che qui, a Benevento, vengono spesso e volentieri calpestati. Metti per esempio le innumerevoli volte in cui qualcuno si prende la briga di cacciare la stampa decidendo cosa sia o non sia pertinente all’interssse di quella; e pensare che da quelle sponde arriva l’invito alla mitezza o al rispetto della “grammatica istituzionale”.
Da dove è piovuta questa decisione è facile intuirlo. Non è saggio dare la croce addosso al fedele Picariello o alla De Stasio che nella scorsa seduta cavalcarono il malcontento, sebbene una maggiore avvedutezza sarebbe stata loro più consigliabile. Chi ha preso questa decisione, sulla scorta di un certo livore, siede al centro del banco governativo e come sempre agisce d’impeto sentendosi padrone più che arbitro e più di tutto in diritto di agire come ritiene più opportuno infischiandosene anche del bon ton.
In soldoni, “se ei fur cacciati ei tornar d’ogne parte”, dice Dante ad un borioso Farinata, Canto X dell’Inferno, ma in questo caso, ben più dimesso e terragno, non è poi così scontato che accada.