A due settimane dal redde rationem ad Avellino. La sindaca Nargi in disperato tentativo di pressing sui consiglieri più dubbiosi sul da farsi fa leva sul discorso legato ai fondi pubblici da 160 mln di euro per trarre a se quei numeri che le occorrono per salvare la sua sindacatura e garantire alla città un governo che gestisca la situazione contingente.
La questione, appare ovvio, non è solo di natura tecnica ma investe il quadro politico; che fare di questa consiliatura una volta evitato il commissariamento, che ruolo potrà esercitare un sindaco sfiduciato dalla propria maggioranza e costretto a cercarsene un’altra. Luca Cipriano, cappogrruppo dem in Consiglio comunale, analizza politicamente questo passaggio. “Festa ha lasciato solo macerie, dice, e le conseguenze del festismo nell’amministrazione della città ha prodotto danni incalcolabili e le scontiamo in queste ore drammatiche”. E quindi i problemi non si esauriscono nel sostegno al governo cittadino sul bilancio ma investono il “che fare” subito dopo, se dare vita ad un governo di scopo oppure andare subito al voto.
Cirpiano difende il suo partito, non accetta tiri al bersaglio e ricorda come il PD sia un partito strutturato in seno al quale le decisioni vanno prese in modo collegiale anche in presenza di posizioni divergenti come d’altra parte è nei fatti
