Quattordici agosto 1861: l’eccidio di Pontelandolfo. Una delle pagine più inconfessabili nella storia del Paese, un crimine che grida vendetta a 164 anni dai fatti e che nessun libro di storia cosiddetta patria ha mai rivelato, come nessuna pagina è stata mai dedicata al lager di Fenestrelle nell’alto Piemonte e nessun rigo a Bronte e ad altre nefandezze piemontardo-sabaude supportate dalla Legge Pica che autorizzava esecuzioni sommarie da parte del Region Esercito piemontese.
A Pontelandolfo però serbano il ricordo di quei tragici giorni e hanno una loro teoria di come sono andati effettivamente i fatti quel 14 agosto 1861 tanto che da un quindicennio i riflettori sono stati accesi, lo Stato democratico e repubblicano ha ammesso le nefandezze, la stessa città di Vicenza, patria del Colonnello Negri, l’autore materiale degli ordini sanguinari di Cialdini, ha chiesto scusa e azzerato le intitolazioni di varia natura riservate all’ufficiale.
Ed anche uno spettacolo teatrale è stato inscenato a Poantelandolfo nel luogo della strage, la Piazza Grande della cittadina. Sette attori capitanati da Michele Albini hanno ripercorso quella tragica giornata “sotto un cielo di fuoco”, titolo emblematico della rappresentazione e della ferocia dei fratelli d’italia.