Tredici giorni fa i liquami sversati da New Vision nel depuratore di Sassinoro e poi nel torrente Sassinora. Un disastro ambientale di proporzioni ragguardevoli che ha già prodotto le conseguenze che sappiamo, lo sterminio delle trote a Morcone, ma che non si sa che altro tipo di danno potrà arrecare al territorio.
E i rilevamenti tarderanno ad arrivare, Arpac probabilmente diramerà i primi responsi addirittura a fine agosto e allora sapremo da cosa è composto il liquame che è finito nel depuratore e poi nel fiume proveniente dal centro di compostaggio. Nel frattempo sono in corso le indagini della Procura. La magistrarura inquirente beneventana che dovrà nominare dei periri ad hoc, vuole capire se c’è stato dolo oppure colpa per lo sversamento dei 70mila litri di porcheria industriale nel depuratore, cosa che non si poteva fare, se si è proceduto in tal senso per abbattere i costi di smaltimento oppure s’è trattato di un incidente.
Che è ipotesi assai remota visto che i liquami sono stati riversati nel depuratore e poi nel torrente per almeno un giorno ma c’è cheo opina addirittura per tre giorni fino al lunedi mattina. Nel frattempo disorienta il silenzio attorno a tutta questa vicenda. Non parlano o parlano con molta colpevole reticenza i sindaci del comprensorio, Sassinoro a parte, non lo fa la Provincia che sulla situazione in atto non ha mai espresso la propria posizione magari aspettando l’esito delle indagini, tacciono i partiti, tace per ragioni superiori l’Arpac.
Non ha taciuto il sindaco di Benevento Mastella, che ha chiamato a se il sindaco di Sassinoro Apollonio intrattenendosi con lui ma nulla o quasi si è saputo del contenuto di quel conciliabolo. Insomma, attorno a questa vicenda tragica per il territorio e per il Sannio regna un silenzio assordante e gli interrogativi sulle ragioni cominciano a diventare troppi e nauseabondi come i liquami che hanno ucciso le trote.