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Beni confiscati alle mafie, il racconto del Clan/fuoco del gruppo Scout BN 2…..”perché ci sono clan e clan”

Beni confiscati alle mafie, il racconto del Clan/fuoco del gruppo Scout BN 2…..”perché ci sono clan e clan”

6 Agosto 2025 | by Redazione Bn
Beni confiscati alle mafie, il racconto del Clan/fuoco del gruppo Scout BN 2…..”perché ci sono clan e clan”
Attualità
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“Genova non è affatto una città distante ed esente dalla presenza del fenomeno mafioso, al contrario di quanto possano affermare alcuni dei cittadini più negligenti, e ne abbiamo avuto prova durante la route estiva che il Clan/Fuoco “Agape” del gruppo scout Benevento 2 ha intrapreso tra la Provenza e la Liguria.

Numerosi sono i beni confiscati alla criminalità organizzata, in particolare nel centro storico.
Sono facilmente riconoscibili, poiché nonostante abbiano ricevuto una nuova vita, riportano sulle saracinesche o con alcune insegne la dicitura “Bene Confiscato”, per non dimenticare mai la loro antica identità, che dà ancora più valore a quella nuova.

In particolare sabato 26 Luglio abbiamo visitato un bene in una zona molto centrale e frequentata di Genova, specialmente dai giovani. In precedenza quel piccolo locale nel vicoli del centro veniva gestito come sede di spaccio di sostanze dal Clan Canfarotta.

La storia di questo bene si intreccia con quella di Stefano Matricardi, della sua famiglia e del suo gruppo scout.
Stefano con il suo clan ( scout ) aveva ideato un modo per dare una nuova vita ad un bene confiscato alla criminalità: un’escape room a tema mafia.

Stefano si ammalò di tumore al cervello e venne a mancare nel marzo del 2020, ma il suo sogno non svanì mai. In particolare i suoi genitori, Ines e Giovanni, non persero mai la speranza, e aiutati dai ragazzi di cui Stefano era stato educatore e guida, diedero vita al progetto EnigMALAVITA.

I due coniugi ci hanno raccontato con grande emozione la storia di questa idea ambiziosa e della sua realizzazione, che non fu affatto semplice, specialmente nella fase di ricerca dei fondi dopo l’assegnazione del bene, ma grazie ad un bando del comune di Genova il sogno potè diventare realtà.

Il nome EnigMALAVITA spiega la doppia natura del progetto: l’obiettivo è di dare la possibilità a tutti di fruire degli immobili confiscati alla mafia (MALAVITA), creando al loro interno un’Escape room (ENIGMA), ovvero un gioco di logica per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza sui temi legati alla criminalità organizzata.

Questa esperienza è stata davvero profonda e toccante, in particolare per noi, che abbiamo vissuto il momento della testimonianza con la consapevolezza della situazione nella nostra città, specialmente in merito al tema beni confiscati.

Sconvolgente è stato notare il grande impegno e la mobilitazione dell’intera città di Genova, dai cittadini alle istituzioni, per cercare di arginare un problema che per anni è stato ignorato e dimenticato, ma che colpiva proprio il centro della loro città.

Sconvolgente sopratutto se confrontato alla realtà beneventana che viviamo quotidianamente, fatta di indifferenza e disinteresse, o di belle ma inutili parole nel migliore dei casi.

Tutto ciò però non può e non deve abbatterci, a tal proposito dopo questa esperienza così formativa il desiderio è quello di impegnarci a far sì che la gioia e la speranza della famiglia di Stefano possa ispirare anche la nostra realtà a percepire e immaginare il CAMBIAMENTO. “

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