Viviamo giorni davvero difficili. Ingenuità, disinformazione e cattive intenzioni si mescolano con l’unico risultato possibile di una confusione totale e poche certezze. Utile a pochi, i soliti.
In tutto questo i luoghi e le persone della politica sono sempre meno capaci di fare ciò che a loro in teoria apparterrebbe: scelte per il territorio. Dove è finito l’onore di credere nell’urgenza di fare il bene, fatto di parole chiare e azioni coraggiose.
Ed ecco che tra un’abbondanza di eventi sulle Aree Interne in programma nel Sannio sono i singoli cittadini, i prelati, le associazioni e i movimenti civici a fare proposte, ad indicare una possibile strada. Ad immaginarla almeno.
Così come genitori e docenti insieme per la salvaguardia dei presidi scolastici.
Comitati, sindacati e cittadini uniti per la mancanza di medici nella rete dell’emergenza 118, nei SAUT, dei pediatri, per la razionalizzazione degli orari dei pronto soccorso.
Fino a reti territoriali che si oppongono ad una privatizzazione di fatto dell’acqua pubblica.
Di fronte a continui rinvii, manovre dilatorie e di piccolo cabotaggio, ecco dunque, la necessità di un rinnovato ruolo della politica di cui il candidato alla presidenza della Regione Campania Roberto Fico dovrà farsi carico. E occuparsene con somma urgenza. L’articolo 44 della Costituzione italiana, che prevede “provvedimenti a favore delle zone montane”, è un principio che dovrà ispirare tutte le nuove politiche pubbliche regionali con l’obiettivo di colmare il divario tra territori centrali e periferici scongiurando in partenza il rischio reale di vedere soccombenti i secondi.
Appare del tutto evidente, quindi, il fatto che la battaglia per la salvaguardia dei pediatri, dei medici a bordo delle ambulanze e nei SAUT, dell’acqua come bene comune, dei presidi scolastici nelle aree interne è soltanto il primo fondamentale passo, anche per l’alto valore simbolico, di una riorganizzazione più complessiva che disegni un nuovo modello di regione, una visione organica capace finalmente di superare la perversa logica dell’applicazione pedissequa di freddi criteri di razionalizzazione.
La richiesta e l’auspicio è che il candidato presidente Fico si faccia garante di un pensiero a prova di futuro per le nostre aree interne, coinvolgente e capace anche di fare riferimento alle iniziative portate avanti da anni nei territori. Sarà decisiva una nuova organizzazione istituzionale sui territori, secondo un modello organizzativo da ripensare insieme, superando municipalismi e campanilismi.
di Lucio Ferella