Puglia, Veneto e Calabria, poi la decisione sulla Campania. Appare assai evidente che il Centrodestra consideri la percentuale di successo nella nostra regione mai così bassa come negli ultimi 20 anni e questo la dice lunga e molto sul grado assai modesto di radicamento sul territorio di quei partiti, compreso Fratelli d’Italia, che nel Paese vinsero in modo plebiscitario le Politiche del 2022.
Cirielli parla addirittura di 30 punti percentuali di distacco tra i due schieramenti, una vera enormità, che non può spiegarsi soltanto con la capacità del centrosinistra e di De Luca in modo particolare di gestire “manu militari” i settori chiave dell’amministrazione regionale, a partire dalla sanità. C’è e molto dell’incapacità partitica dello schieramento conservatore di coagulare il proprio elettorato, probabilmente la maggioranza, in un contesto di rappresentanza di quelle istanze lasciate spesso alla trasversalità sapiente di De Luca al quale non mancano le corde giuste per suggestionare anche l’elettorato di destra e lo ha dimostrato.
In uno scenario del genere è chiaro che per la destra risulta molto complicato agire sul piano politico; ecco perchè è difficile la candidatura di Cirielli, che pure ha sempre dato la sua disponibilità. L’unica che potrebbe forzare le cose è Giorgia Meloni, in qualità di leader del partito dei Fratelli d’Italia, di cui Cirielli è “socio fondatore” e di Presidente del Consiglio, Governo nel quale il Generale è Viceministro degli Esteri. Chiedergli di rinunciare ad una carica tanto prestigiosa per una sconfitta quasi certa è molto anche per un uomo di partito come Cirielli.
Che, dal canto suo, si è limitato a riproporre un nome di sicuro prestigio per una impresa del genere; quel Costanzo Iannotti Pecci che ricordiamo a capo degli industriali sanniti qualche anno fa e che sarebbe anche disponibile a sobbarcarsi un onere del genere avendo poco o nulla da perdere.
E allora il dilemma, the question, è: optare per un politico oppure un tecnico? Piantedosi, il Ministro degli Interni, per l’appunto un tecnico, aveva già risposto picche all’offerta che gli fu recapitata qualche mese fa. Il Ministro è dell’avviso però che “anche dai tecnici può venire una buona politica e tutto sommato ci sarà”, e che alla fine “la decisione sarà quella più giusta ed efficace”. Il che da l’idea dell’aleatorio che ancora persiste e siamo al 3 di ottobre, a 50 giorni esatti dall’appuntamento alle urne.