Due volte a Benevento in due giorni, una in forma privata presso uno dei mainsponsor della campagna elettorale, l’altra nella veste ufficiale di candidato alle prossime Regionali. E’ Edmondo Cirielli che dopo lunghissima attesa è ora il portacolori, unanimemente riconosciuto seppur con qualche iniziale malpancismo forzitaliota, della compagine di destra-centro che proverà la difficile ma non impossibile impresa di contendere a Roberto Fico il piano più alto di Palazzo Santa Lucia.
Nella sua prima uscita ufficiale nel Sannio da candidato presidente, Cirielli è andato a sostenere la causa del tandem ufficiale del suo partito, da Boccalone ci aveva spedito il figlio Italo, a sostegno di Mario Ferraro ed Annalisa Clemente e li avrà di certo catechizzati affinchè la loro sia una partecipazione accorata ma vieppiù avrà incalzato colui che in un primo momento era stato indiziato di partecipazione diretta all’agone elettorale; quel Mimmo Matera, senatore, al quale è imposta la massima attenzione al risultato numerico del partito sannita pena il commissariamento e la sua riproposizione per il prossimo Laticlavio nel 2027 se le cose non dovessero andare come Roma-Via della Scrofa si attende. Cirielli recapita messaggi: il tempo del “vivacchiamento” ambiguo è terminato, il partito, come riprende lo stesso candidato Mario Ferraro, che da parte sua si sente carico di responsabilità e di coraggio, ha l’obiettivo della crescita “e l’auspicio e l’impegno è quello di diventare il primo della provincia”.
Cirielli fa il candidato, come è normale demolisce il “decennato deluchiano” che a suo parere ha devastato la Campania e il comparto sanitario ne è la cartina di tornasole. “De Luca è ormai inviso a tutti, a partire dai suoi stessi alleati che si vergognano di lui. L’impegno nostro è quello di mettere riparo ai suoi danni. Lui ormai non c’è più ma i partiti che lo hanno sostenuto devono con chiarezza assumersene la responsabilità di quelle azioni. Noi possiamo dire ciò che faremo, loro devono argomentare ciò che hanno fatto”.
Poi il Generale si sofferma su Mastella, stuzzicato dal collega Checola. Il tema è delicato assai perchè Cirielli, per sua stessa ammissione, ha confermato che un contatto di recente c’è stato e forse c’è ancora per portare il sindaco dalla parte del centrodestra, o per meglio dire dalla parte sua visto che Forza Italia al solo sentire il nome di Mastella è quasi insorta. E qui molto dipende dai sondaggi delle prossime settimane perchè a Mastella interessa essenzialmente piazzare il figlio al Centro Direzionale, a tutti i costi. Edmondo ha parole assai dolci per il Cep, la sua visione del mondo è quella di allargare il suo schieramento e d’altra parte è una strategia opportuna per chi insegue; ammette di averlo incontrato a Benevento quasi per caso dalle parti di Antum, col figlio Pellegrino ha un rapporto privato molto cordiale, insomma la porta è sempre aperta, nonostante il sindaco di Benevento abbia fatto, pare, le sue scelte.
E tuttavia, si sa che il Viandante si riserva sempre una via d’uscita e Cirielli sa, dal canto suo, che non è l’apporto numerico regionale che interessa ora ma ciò che potrebbe accadere “per le battaglie di domani”. Ragione per cui si ragiona più sul futuro che sull’immediato. Di mezzo però c’è il weekend novembrino e allora “convien che si balli”, nel senso che Mastella dovrà far legna e tanta per potersi ancora accreditare come un interlocutore politico in uno scacchiere che non sarà certamente quello attuale. Deve fare e sta facendo uno sforzo doppio perchè c’è da far passare al suo elettorato e non solo la figura semisconosciuta del figlio, di cui ancora attendiamo favella, e che però scalpita per potersi mostrare al mondo. E quindi sono giorni di frenesia, come ogni campagna elettorale che si rispetti e che ufficialmente comincerà il 25. Poi si vedrà.