Meno due giorni all’alba. Non è la fine di quella che un tempo era la naja, certamente no. E’ la conclusione dei lavori inerenti il campanile di Santa Sofia che secondo la tabella di marcia dovrebbero terminare il 15 novembre. Dalle immagini si evince che i ponteggi sono in via di smantellamento, erano stati montati a partire dallo scorso 16 aprile in concomitanza con le festività Pasquali, e che quindi i tempi tecnici dettati dal PNRR sono da ritenersi sostanzialmente rispettati.
E’ probabile che si slitterà di qualche giorno ma il ritorno del campanile, tra i simboli più eloquenti di Benevento e della sua cristianità, è imminente. Settecentosettanta mila euro il costo complessivo dell’operazione di rafforzamemnto della struttura, nelle intenzioni dell’Amministrazione c’è la finalità ridurre gli effetti consequenziali di una scossa tellurica e di renderla aperta anche al pubblico, almeno il primo piano, per fare in modo che il monumento sia fruibile dalla comunità.
Già in passato l’area di Santa Sofia è stata interessata da indagini che hanno inerito in particolar modo il suo sottosuolo. Era il progetto PRIN, acronimo di progetti di rilevante interesse nazionale, targate Università del Sannio in concerto con l’università di Padova. Uno studio che mirava a valutare la reazione dei monumenti storici, nell’occasione il campanile e poi chiesa di Santa Sofia, ad eventuali sollecitazioni telluriche passando proprio dall’analisi del sottosuolo.