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Il terremoto dell’80, 45 anni dopo: la camorra e la ricostruzione, un business infinito

Il terremoto dell’80, 45 anni dopo: la camorra e la ricostruzione, un business infinito

22 Novembre 2025 | by Redazione Bn
Il terremoto dell’80, 45 anni dopo: la camorra e la ricostruzione, un business infinito
Attualità
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“Quando si muove la terra, a muoversi sono anche le mafie*
Domani ricorreranno 45 anni da quel tragico 23 Novembre del 1980.
Un evento indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto.
Una tragedia umana, con oltre 2.900 vittime circa 8.000 feriti, 280.000 sfollati e territori completamente devastati, perdendo identità storica ed urbana.

Si riscontrò purtroppo anche una inadeguatezza, almeno nell’immediato, dei soccorsi. L’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, recatosi in Irpinia, esortó tutti dicendo “Fate presto”.

Consapevole che, ulteriori ritardi ed inefficienze avrebbero significato un ulteriore aumento del numero delle vittime.

Oggi, a distanza di 45 anni, in una “ricostruzione” sotto il profilo dell’antimafia, in punta di piedi, all’esortazione : Fate presto, potremmo aggiungere: prima che arrivi la camorra.

Purtroppo avvenne che la criminalità organizzata subito fiutó il grande business. Ed avvenne che la camorra, come spesso abbiamo narrato, fece il così detto salto di qualità.

I clan, alle storiche attività che fino ad allora ne avevano caratterizzato la presenza sui territori, affiancarono anche quella imprenditoriale. Imponendo aziende, all’inizio per la rimozione e lo smaltimento delle macerie. Successivamente fu la ricostruzione, allargando ulteriormente il perimetro del condizionamento criminale. La camorra, non solo, ( dove ci riuscì ) impose le ditte per la messa in opera ma anche quelle per la fornitura delle materie prime, in primis il calcestruzzo.
Un immenso affare che si articolò in un pregnante intreccio tra camorra, politica ed imprenditoria. Una connessione che inevitabilmente ha fortemente condizionato il futuro della nostra Regione . Ci fu anche chi si oppose. Ricordiamo il sacrifico di *Angelo Mario Biscardi,* vice sindaco di Sant’Agata de’Goti ed assessore all’Urbanistica, che si oppose ai condizionamenti imposti dalla camorra e per questo pagò con la vita. Venne ammazzato in quanto non si prestó ad essere elemento cardine in un perverso meccanismo politicamente criminale che andava consolidandosi sempre di più in quegli anni.
Per “sbloccare” il meccanismo la camorra fu costretta ad ucciderlo. Biscardi non si piegò.
Non accettó di essere connivente. La sua rettitudine fu pietra d’inciampo. Oggi, a distanza di quarant’anni dal suo omicidio, possiamo affermare che il suo primo killer si chiamava solitudine. Quella che subì da vivo e che ha dovuto patire anche da morto. Biscardi dava fastidio da vivo e la sua memoria ancora imbarazza tante coscienze che all’epoca scelsero di essere “distratte”
Lo ricordiamo alla vigilia della tornata elettorale in coincidenza con l’anniversario sismico.
La scelta della data si presta ad una duplice interpretazione: mancanza di rispetto, in particolare per le comunità all’epoca colpite o sollecitazione per le coscienze?
Di certo a distanza di anni, nonostante il grande lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, la criminalità organizzata riesce ancora a condizionare scelte, appalti, comportamenti. Infiltrandosi nelle istituzioni, come dimostrano l’aumentare delle Amministrazioni Comunali sciolte per infiltrazioni mafiose ed altri enti come avvenne per l’ospedale di Caserta.
La terra si muove e subito si muove tutto l’ingranaggio. Come dimenticare l’intercettazione telefonica di quegli imprenditori che gioivano mentre la terra Abruzzese tremava, intravedendone una ghiotta occasione. Meccanismi di corruzione che purtroppo si manifestano ogni qualvolta che c’è una emergenza e flussi enormi di denaro pubblico.
Una coincidenza quella tra anniversario sismico ed appuntamento elettorale che dovrebbe rappresentare anche una “scossa” per le coscienze.
Come avvenne per l’Assessore Regionale *Raffaele Delcogliano,* anch’egli si oppose ai meccanismi perversi che caratterizzavano il settore della formazione regionale. Anche qui una ingente quantità di risorse pubbliche da difendere.
Una battaglia affrontata in piena solitudine, solo con l’amico ed autista *Aldo Iermano*. Delcogliano visse il suo mandato di Consigliere ed assessore Regionale con onore e disciplina, come recita la Carta Costituzionale. Doveroso ricordarli alla vigilia delle elezioni regionali, come tutti quei politici che hanno servito il tricolore e non se ne sono serviti.” Così in una nota stampa Libera Benevento.

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