A volte l’eccesso di euforia, seppur largamente giustificata da un risultato semplicemente inimmaginabile, induce a ciò che i greci individuavano col peccato di ubris, di tracotanza. Gli dei olimpici erano particolarmente aspri con coloro che difettavano di misura e si divertivano a perseguitarli, a rendergli complicata l’esistenza. Uno di questi era Ulisse, il grande mistificatore, l’autore dell’inganno del cavallo, almeno a sentire Omero.
L’antefatto, seppure altissimo, serve però a capire quando è il momento di allentare la presa dopo settimane di altissima pressione e di ritmi frenetici proprio per non cadere nella colpa della tracotanza. E veniamo a noi. Dal giorno del trionfo elettorale Mastella non ha rifiatato un secondo; come se le urne fossero ancora da spogliare ha proseguito a tambur battente laddove sarebbe stato consigliabile prendersi una settimana di relax, riorganizzare le idee, rinserrare i ranghi e ripartire.
Ma che. Il Nostro, a sentire chi lo conosce bene, s’è già proiettato oltre paventando ciò che accadrà nel prossimo biennio contraddistinto dal brand di famiglia a tre punte e già questo ha raffreddato e parecchio i bollori da vittoria di una fetta cospicua della sua corte che aspira prima o poi a recitare ruoli da copratogoniasta, per lo meno. Con questi chiari di luna per i vari De Pierro, Ambrosone, forse Pasquariello, Rosa, Santamaria, citando quelli di più alto rango tra i satrapi, si fa davvero complicata la via per la gloria. Il Grande Timoniere incalza, partecipa a trasmissioni televisive, tra i fumi della vittoria incredibile dictu si accorge anche di noi e della nostra onestà intellettuale, e da tribune ancestralmente solidali annuncia che ci sarà anche alla prossima tornata amministrativa beneventana, seppure in un ruolo di sostegno visto che i mandati, per ora, sono solo due. E non contento si prende la briga di anticipare che sta lavorando ad un gruppo unico regionale con Casa Riformista, sarebbe Renzi; solo che quelli, forse, non ne sanno ancora nulla e smentiscono tutto oppure avrebbero voluto che la cosa fosse ancora tenuta sotto traccia, chissà, e te lo raggelano con una nota di smentita.
Ma l’entusiasmo di Mastella è alle stelle e sembra ancora in trance elettorale. Scherzi a parte, il Capo di Noi di Centro tutto è fuor che uno sprovveduto e può anche darsi che abbia inteso battere il ferro finchè è caldo. Nella sua testa si aprono oggi scenari che nemmeno lui sognava di poter osservare e sapendo di essere fortissimo tutto questo lo porta a immaginare soluzioni avveniristiche ma che stanno tutte ben chiare nella sua mente. Il brand, di cui sopra, per esempio, rilancia le ambizioni revanchiste della moglie, mortificata da due scoppole recenti che di certo non ha mai digerito ma che da buon soldato ha sopportato. Col figlio contento a Napoli, per Sandra si potrebbero aprire prospettive di candidatura sindacale per nulla peregrine essendo la sintesi naturale delle rivendicazioni mastelliste. Con quale maggioranza? Ebbè mo si pretende troppo ma prudenza induce a non scommettere che esista sempre e solo il Campo Largo nella testa del sindaco.