“E’ il momento di iniziare a parlare della cause reali del caporalato” così il fondatore di Rete No Cap Yvan Sagnet, ospite a Benevento in un seminario al Demm dell’Unisannio sulle Filiere etiche e immigrazione: modleli di welfare e di inclusione sociale. Il caporalato, era un sistema informale di organizzazione del lavoro agricolo temporaneo, svolto da braccianti inseriti in gruppi di lavoro (squadre) di dimensione variabile (da pochi individui a diverse centinaia). Questo si fondava sulla capacità del “caporale” di reperire la manodopera a basso costo, per le prestazioni agricole presso i proprietari terrieri e società agricole.
Il seminario rientra nell’ambito di AfeLAB, Agrifood economics laboratory, attivato dalla cattedra di Economia agroalimentare del professore Giuseppe Marotta. Sagnet durante l’incontro con i giovani studenti dell’ateneo ha testimonianto la sua esperienza e la sua battaglia durante i sei anni di duro lavoro. “Bisogna creare filiere agricole nuove che mettono al centro le persone e i diritti dei lavoratori e agricoltori”, ha dichiarato Sagnet. In Italia vige una legge che ha segnato un passo in avanti nel mondo agricolo, ma per Sagnet non basta.