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La sannita Suor Maria Goglia tra i “Giusti”: salvò 60 ebrei

La sannita Suor Maria Goglia tra i “Giusti”: salvò 60 ebrei

26 Gennaio 2024 | by redazione Labtv
La sannita Suor Maria Goglia tra i “Giusti”: salvò 60 ebrei
Attualità
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In occasione della Giornata della Memoria 2024, il Centro Studi del Sannio e la Provincia dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia, insieme alle Suore Compassioniste Serve di Maria, hanno il piacere di comunicare che l’Associazione Gariwo Giardino dei Giusti ha inserito Suor Maria Goglia, originaria di Vitulano e Vicaria dell’Istituto delle Suore Compassioniste Serve di Maria a Roma, tra i Giusti per l’opera svolta salvando circa 60 ebrei.

La candidatura di suor Goglia era stata presentata nel febbraio 2023 dal Centro Studi del Sannio, attraverso il Direttore Prof. Paolo Palumbo, sostenuta dalle approfondite ricerche storiche condotte da Fr. Davide Panella ofm, che ha ricostruito nei dettagli l’opera coraggiosa svolta da suor Goglia per salvare gli ebrei nel volume “Suor Maria Goglia. Elmetto e Soggolo” (Edizioni Realtà Sannita, 2022).

La memoria di Suor Goglia, insieme agli altri Giusti, sarà onorata a Milano in occasione della prossima Giornata dei Giusti il 6 marzo 2024. Quella di Suor Goglia è una storia di audacia, di dolcezza e di carità cristiana. La madre sannita nel suo Istituto in via Torlonia, 14 a Roma, tra il 1943 ed il 1944, diede rifugio a soldati, militari dell’Esercito Italiano, accolse e salvò oltre sessanta persone ebree. Nel settembre 1943, pur non essendo superiora della Casa religiosa, non tergiversò sulle cose da fare, ma mise in atto provvedimenti immediati e adatti alle nuove circostanze. Per quanto prudente, coinvolse le consorelle, che collaborarono attivamente.

Scelse la giovane Suor Valeria Bortone, come sua stretta collaboratrice, e a lei soltanto confidava le situazioni di massimo riserbo. Non utilizzò diari o documenti vari, perché li riteneva motivo di prove di accusa per le suore, per i rifugiati e anche per i loro familiari. Mise in atto varie strategie, come l’uso dell’abito religioso, per salvaguardare le donne ebree rifugiate. Rispettò le tradizioni religiose degli ebrei. Collaborò attivamente con la Delasem per procurare i documenti necessari. Dopo la liberazione, restituì alle donne ebree quanto le avevano affidato. Mise a repentaglio la sua vita, ben sapendo, se fosse stata scoperta, a cosa andava incontro.

L’eroicità di Madre Maria Goglia va riconosciuta nel portare avanti il disegno di salvezza delle persone che furono accolte nell’Istituto delle Suore Compassioniste. Esse vennero protette, curate, incoraggiate per superare il terribile momento di forte paura. Apparentemente non capitò niente di grave o di minaccioso perché tutto si concluse nel migliore dei modi. Invece, considerato che Suor Goglia ottenne il riconoscimento della croce al valore militare “sul campo”, vuol dire che lei “combatté” seriamente, a rischio della sua vita, per una giusta causa, salvando tante vite.

Il termine Giusto è tratto dal passo del Talmud che afferma “chi salva una vita salva il mondo intero” ed è stato applicato per la prima volta dallo Yad Vashem di Gerusalemme, in riferimento a coloro che hanno salvato gli ebrei durante la persecuzione nazista in Europa.

I Giusti non sono né santi né eroi, ma persone comuni che a un certo punto della loro vita, di fronte a ingiustizie e persecuzioni, sono stati capaci di andare con coraggio in soccorso dei sofferenti e di interrompere così, con un atto inaspettato nel loro spazio di responsabilità, la catena del male. I Giusti salvano, accolgono, testimoniano, ed esprimono la propria umanità nel soccorso a un altro essere umano. Raccontare le loro storie, come quella di suor Goglia, è un modo per ricordare a ciascuno che ci si può sempre mettere in gioco e intervenire in difesa di un diritto fondamentale.

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